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Arte e Cultura | 10 settembre 2022, 00:32

Maria Napoli: «Avevo un sogno, che ho realizzato: si chiama Battiti»

Linguista, docente Upo, esordisce come autrice teatrale con uno spettacolo interpretato da Roberta Bosetti, Annalisa Canetto e Irene Ivaldi. Regia di Renato Cuocolo.

Maria Napoli

Maria Napoli

Se il teatro è il luogo dell'immaginazione e dell'emozione allora può essere ovunque: in casa, in bus, in cascina, camminando, oppure in birreria e… perché no? in libreria o nelle ex chiese. Cuocolo-Bosetti l’hanno capito da sempre e i loro innumerevoli progetti hanno ricevuto significativi riconoscimenti internazionali e perenne attenzione da parte della critica. Nella terza edizione del Festival #ogniluogoèunteatro , organizzato a Vercelli dal 10 al 23 settembre dal  Teatro di Dioniso di Torino, Associazione Arteinscacco e Cuocolo-Bosetti/IRAA Theatre, sono diversi e inusuali i luoghi che accolgono le performance, e intanto i biglietti stanno andando a ruba.

In cartellone tante novità, molte curiosità, decine di collaborazioni con artisti e autori conosciuti. Una "new entry" fra le più interessanti (che ha registrato un "sold-out" nel giro di poche ore per le due date previste e così anche per la terza replica aggiunta) è sicuramente lo spettacolo"Battiti", con l'esordio come autrice teatrale di Maria Napoli, direttamente a casa sua a Vercelli in via Jacopo Durandi 17,  interpretato da Roberta Bosetti, Annalisa Canetto e Irene Ivaldi, baluardi indiscutibili del festival, e con la regia di Renato Cuocolo.

 

Linguista  con un’attività a livello internazionale e apprezzata docente UPO, ha da sempre la passione del teatro. Una passione che la pervade sin da quando era bambina.

«Andavo a teatro soprattutto d'estate con la mamma e la nonna, quando gli spettacoli si svolgevano all'aperto quindi la mia passione è iniziata  da spettatrice. Poi ho incominciato a “leggere”  il teatro, e facevo rappresentazioni teatrali con mia sorella nel soggiorno di casa, costringendola sempre a ruoli femminili poiché per me era imperativo impersonare la parte degli uomini, essendo questi molto spesso i veri protagonisti!».

 

Ha ribaltato l'interpretazione dei ruoli, in sintesi. Nel teatro antico la maggior parte degli attori che calcavano la scena erano uomini, anche quando si trattava di interpretare ruoli femminili mentre lei ha rivoluzionato secoli di storia…

«Forse ho esagerato!? Certo, soprattutto  pensando a mia sorella… Ma al di là delle mie evoluzioni artistiche adolescenziali, una cosa è certa: il  teatro greco si è inserito fortemente  tra le mie passioni  durante gli studi al liceo classico, dove mi sono naturalmente innamorata delle tragedie di Eschilo, Sofocle, Euripide: ho incominciato a tradurle e nel contempo immaginavo come le avrei rappresentate io.  Andavo a vedere gli spettacoli a Palermo, al Teatro Biondo, perché in quel periodo nella mia città, Trapani, non c'era un teatro. Fui tentata anche di iscrivermi all'Accademia nazionale di arte drammatica di Silvio D'Amico a Roma, ma purtroppo  ho dovuto scegliere tra il percorso di studi universitari e l'Accademia, essendo impossibile al tempo seguire entrambi, e così ho optato per il primo, anche se ne fui dispiaciuta».

 

Il suo sogno però non si è spento, e ora la vediamo nelle vesti di autrice teatrale in un cartellone di tutto rispetto. Come ha conosciuto Renato Cuocolo e Roberta Bosetti?

«Da spettatrice, andando  a un loro spettacolo. Qui a Vercelli, abbiamo la fortuna di avere due artisti di calibro internazionale consacrati dalla critica, e non volevo perdermi la possibilità di vederli e conoscerli. Successivamente ci siamo ritrovati in occasioni conviviali, e con gli anni è nata un'amicizia. Quando scrissi questo testo lo sottoposi a Renato e Roberta senza lontanamente pensare che avrebbero potuto propormi di rappresentarlo, addirittura a casa mia e nel contesto di un Festival così prestigioso, con artisti  e proposte teatrali di livello nazionale e internazionale.  E' stato dunque con grande gioia e profonda emozione che ho appreso delle intenzioni di Renato  e  gli sono profondamente grata per questa occasione e per questo riconoscimento»

 

Senza spoilerare alcuna trama, ci dà qualche informazione sul testo?

«Il testo è un atto unico che si svolge all'interno del soggiorno di una casa. Questa è la casa di una donna che ha invitato la sorella e la madre per parlare loro di qualcosa che ancora non ha avuto il coraggio di dire. Il non-detto, i non-detti, diventeranno i protagonisti del loro dialogo...»

 

 

Stop! Non andiamo oltre per conservare ogni curiosità e l'effetto sorpresa che è un'attrattiva rilevante per molti cultori del teatro. Ne parleremo dopo le repliche. Concorda?

«Certamente! Quindi stiamo sul vago e potrei aggiungere solo che il testo originale prevedeva soluzioni registiche che invece la geniale regia di Cuocolo non ha incluso introducendone invece  delle altre, assai efficaci, a partire della realizzazione del testo come mise en éspace, (lettura scenica, non una recita ndr). Lo spettacolo che sarà messo in scena è quindi frutto di una reale collaborazione e contaminazione artistica, di confronto, di dialogo che è sempre un espediente positivo».

 

Roberta Bosetti, Annalisa Canetto e Irene Ivaldi saranno dunque le interpreti del suo testo, un teatro al femminile. Dalle prove cosa ne viene fuori, corrispondono alle sue aspettative?

«Per me è stato sorprendente assistere alle prove e vedere come queste tre donne si incarnassero perfettamente nei tre personaggi e come siano riuscite a far emergere determinate situazioni che io avevo cercato di rendere nel testo. Faccio un esempio, forse il più evidente e banale fra tutte tutti: il rapporto diverso delle due figlie con la madre. Proprio attraverso le loro personalità così differenti (intendo quelle delle attrici, non dei personaggi) sono riuscite a ricreare ciò che avevo immaginato e per me è stato - ripeto -  sbalorditivo. Anche la scelta della recitazione non mnemonica ma letta è una soluzione registica che si presta benissimo e che fa risultare ancora più stranianti certi passaggi nel testo stesso».

 

In molte  performance di Cuocolo-Bosetti l'elemento autobiografico è centrale. Lo è anche in "Battiti"?

«Direi che l’elemento autobiografico è inevitabile, almeno per me, anche in minima misura. Ovviamente vi sono elementi che appartengono alla mia personale esperienza di vita, ma sono ricordi, evocazioni, in ogni caso non fondamentali nella struttura del testo. Non è sicuramente il tipo di autobiografismo che presentano Renato e Roberta, per intenderci. Anche se l'aspetto familiare e la stessa centralità della casa ove è rappresentato il dramma credo abbiano influito molto  sulla scelta che Cuocolo ha fatto, in un certo senso in coerenza con un festival dove "ogni luogo è teatro". Il salone di casa mia non è il palcoscenico di un teatro ove si è abituati da secoli ad assistere alle opere, bensì un altro luogo, ma nello stesso tempo non un luogo qualunque».

 

Quali sono i suoi modelli di riferimento nella costruzione di un testo teatrale?

«In realtà non ho un solo modello di riferimento, perchè per me tutto è materia di ispirazione, attingo a tutto ciò che ho visto, che ho letto, che ho studiato anche se  ovviamente vi sono autori che prediligo da sempre come Shakespeare o Pirandello, o certi dialoghi narrativi di Dostoevskij che sono ugualmente teatro, per come lo intendo io… Certo, questo può sembrare addirittura banale o scontato. Per chi, infatti,  questi autori non sono fonte di ispirazione? Insomma ho tanti modelli e nessun modello in particolare».

 

Maria Napoli autrice teatrale rimarrà una "edizione straordinaria" oppure nel prossimo futuro  alla sua importante attività di linguista affiancherà anche quest'ultima?

«Domanda difficile. Non voglio dire né sì né no, dipende da molti fattori… Posso aver  scritto molti testi,  ne scriverò ancora, ma un conto è la scrittura privata e un altro è quella che supera i confini della tua casa e raggiunge altri. Vedremo cosa mi riserva  la vita... Io intanto assaporo questo magico momento!.

 

Il programma completo del Festival è consultabile sulla  pagina Facebook Parole d’Artista.

La prenotazione agli spettacoli è obbligatoria. È possibile prenotarsi da lunedì a venerdì dalle 9.30 alle 12 presso l’Infogiovani di via Laviny 67; tramite telefono e Whatsapp: 328.4592121 tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.00; via mail a info@teatrodidioniso.it

Rita Francios

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