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Politica | 25 aprile 2022, 18:57

Un 25 Aprile finalmente in piazza: tra passato e presente, l'omaggio agli ultimi partigiani - foto

Dopo due anni di pandemia, la celebrazione ha guardato a tanti temi di attualità

Un 25 Aprile finalmente in piazza: tra passato e presente, l'omaggio agli ultimi partigiani - foto

Un 25 Aprile che ricorda gli eroi della guerra partigiana, rende omaggio agli ultimi protagonisti di quei giorni di libertà ritrovata, ma che guarda alle incertezze presente con la consapevolezza che la libertà non si conquista una volta per tutte, ma che va difesa e coltivata ogni giorno. Un 25 Aprile in cui le persone possono finalmente ritrovarsi insieme. dopo due anni di restrizioni a causa della pandemia.

In piazza Camana ci sono tanti vercellesi di ogni età: in prima fila c'è Renato Giara “Sorcio”, 97 anni portati splendidamente, uno degli ultimi partigiani della città, che 77 anni fa poteva tornare a Vercelli e al suo rione Cappuccini, insieme ai compagni della 50° Brigata Garibaldi. Dopo due anni in cui ha dovuto rinunciare alla festa che non si era mai perso in tutto il dopoguerra, è per Giara l'applauso più affettuoso della mattina, simbolico omaggio ai tanti protagonisti di quei giorni, così lontani eppure così attuali.

Libertà e democrazia sono i valori attorno ai quali Giacomo Ferrari, presidente dell'Anpi Vercelli, sviluppa il suo ragionamento che, partendo dalla riflessione sul ruolo dei grandi intellettuali costretti all'esilio in epoca fascista, arriva all'analisi dei temi di maggiore attualità del mondo politico di oggi. Un mondo nel quale non mancano segnali preoccupanti di aggressione ai valori che sono alla base della nostra democrazia «trascinati in una deriva revisionistica – dice Ferrari - nella quale si intitolano vie e conferiscono cittadinanze onorarie alla memoria dei protagonisti del Fascismo, dimenticando che esso perseguiva l'idea di una società di gregge in cui si portavano avanti idee come quelle della superiorità della razza».

«La porta al Fascismo – commenta Ferrari – non l'hanno aperta solo le aggressioni delle squadracce, l'ha aperta l'indifferenza di chi ha preferito girarsi dall'altra parte. Oggi dobbiamo essere tutti noi, in prima persona, a prendere in mano le sorti della politica, ad aprire spazi di discussione e di confronto. Resistere oggi significa confrontarsi su temi che sono già attuali e che ancora più drammaticamente si presenteranno dopo la conclusione della guerra in Ucraina: il modello di sviluppo energetico, le crisi economiche ormai cicliche e sempre più ravvicinate, i cambiamenti climatici. Resistere oggi significa aprire spazi di discussione e rilanciare il vero significato delle parole Democrazia e Libertà».

 

 

Ad aprire gli interventi, dopo l'omaggio ai monumenti ai Caduti e la messa officiata da monsignor Mario Allolio, è il sindaco Andrea Corsaro, facendo appello al valore unificatore che deve avere la giornata: «Abbiamo lo straordinario privilegio di poter vivere nel Paese democratico che ci è stato consegnato dalla Resistenza», dice ricordando i racconti ascoltati dai genitori sui giorni della Liberazione, ma anche le vittime civili, il sacrificio dei partigiani dei soldati caduti e di quelli deportati nei campi di prigionia, lo sterminio degli italiani di religione ebraica finiti nei lager. «Il 25 Aprile è il giorno in cui occorre prendere coscienza dei valori che ci ha consegnato la Liberazione, il ricordo di chi ha dato la propria vita per la libertà deve diventare un momento di consapevolezza, un atto di valore civile oggi che il mondo corre seri pericoli tra deliri razzisti, nazionalisti e ideologici. Perché è drammaticamente vero che il Male prevale quando il Bene tace».

Ricordando i grandi protagonisti della guerra partigiana in Valsesia e i giorni della libertà strappata alle truppe di occupazione, il presidente della Provincia, Eraldo Botta, richiama i valori della Costituzione e le parole di Sandro Pertini: «Dietro ad ogni articolo della nostra Carta costituzionale stanno centinaia di giovani morti nella Resistenza».

 

Oltre alla drammatica attualità della guerra in Ucraina, non mancano i riferimenti ai due anni di pandemia che hanno segnato il Paese e nel suo intervento il prefetto Lucio Parente ringrazia i vercellesi per «resilienza e l'alto senso civico mostrato da tutta la cittadinanza nell'affrontare i giorni bui del covid».

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