Notizie dall'Italia - 28 luglio 2021, 11:36

Il Pronto soccorso resta off limits per i parenti: ecco le eccezioni e le regole

Sulla base delle indicazioni del Dirmei, l'Asl Vercelli ha disposto il regolamento per accedere alla struttura di emergenza

Il Pronto soccorso resta off limits per i parenti: ecco le eccezioni e le regole

Pronto soccorso chiuso a parenti e caregivers se non - ma solo in casi particolari - per un massimo di 15 minuti da concordare all'interno di particolari fasce orarie. E solo per chi è in possesso di requisiti stringenti in materia di vaccino o guarigione dalla malattia.

«Tuttavia, per i casi più gravi e di fine vita viene garantita la possibilità di assistere i congiunti, come è sempre stato fatto negli ultimi mesi», precisano tuttavia dall'Asl.

Fatti salvi i casi particolari, l'Asl Vercelli, alla luce della nota di protocollo Dirmei del 23 luglio, ha predisposto un regolamento relativo alle strutture di Pronto Soccorso di Vercelli e Borgosesia che continueranno a essere precluse a parenti e caregiver, ad eccezione delle situazioni di assistenza continua (tali situazioni dovranno essere individuate dal personale medico-infermieristico di turno); inoltre la comunicazione con congiunti e caregiver continuerà a essere condotta prevalentemente per via telefonica.

 

In caso di paziente con permanenza al Pronto Soccorso superiore alle 24 ore o di pazienti collocati presso OBI/semintensiva) è opportuno programmare l’accesso di parenti e congiunti secondo le seguenti modalità: l’accesso è consentito a un solo familiare/congiunto una sola volta al giorno; la fascia oraria di accesso stabilita è dalle 12 alle 13 o dalle 17 alle 18, con una permanenza massima di 15 minuti. Tale orario può variare se si tratta di paziente che si trova nelle fasi terminali della vita. Allo stesso modo l’accesso potrà essere temporaneamente negato o differito per motivi clinici, epidemiologici o comunque di sicurezza di tutti i degenti e dei visitatori a giudizio del personale medico-infermieristico in turno.

Le condizioni necessarie per l’accesso sono l’assenza di sintomatologia riferibile a possibile infezione da SARS-CoV-2 e la presenza di almeno una delle seguenti condizioni: aver effettuato il vaccino monodose da almeno 15 giorni (la condizione sarà valida per 270 giorni); aver effettuato la dose di vaccino tra 90 e 180 giorni dall’infezione SARS-CoV-2 (purché non siano trascorsi più di 270 giorni dall’immunizzazione); aver completato il ciclo vaccinale da meno di 270 giorni; essere risultati negativi a un tampone molecolare o rapido eseguito nelle 48 ore precedenti; essere guariti da COVID-19 (diagnosticato ufficialmente con tampone inserito in piattaforma regionale) nei 6 mesi precedenti; essere in possesso del Green Pass

Per quanto riguarda le modalità di accesso, nelle fasce orarie prestabilite 12-13 o 17-18, i famigliari si recheranno presso l’ingresso del PS; provvederanno a compilare l’autocertificazione contente i criteri di accesso, che troveranno all’ingresso; consegneranno l’autocertificazione compilata all’Infermiere per eventuali verifiche immediate (la certificazione verrà quindi allegata alla pratica del paziente onde consentire successive verifiche).

L’Infermiere provvederà a far eseguire l’igiene delle mani, assisterà il congiunto nelle operazioni di vestizione (camice visitatore, FFP2) e poi lo condurrà dal degente.

Al termine dei 15 minuti, il parente sarà accompagnato all’area di svestizione (camera calda Dea) dove eseguirà la procedura supervisionato dall’Infermiere.

«Non è consentita la permanenza in Pronto Soccorso per motivi diversi da quelli indicati - precisa la nota dell'Asl - ad esempio per attendere di poter parlare personalmente con un medico, salvo autorizzazione del personale medico-infermieristico in turno previa valutazione caso per caso».

redaz

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