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Attualità | 16 aprile 2021, 07:32

Il virus in Piemonte e nel vercellese: Rt a 0,76 e numeri in discesa. Vaccinazioni: l'Asl vede quota 50mila

Migliora la situazione su tutto il territorio (compreso Crescentino, prima zona rossa). Rinviata la consegna delle 500 dosi di Johnson & Johnson (in attesa che venga definito il target di utilizzo)

Il nuovo centro vaccinale di Asigliano

Il nuovo centro vaccinale di Asigliano

Migliorano ancora i dati epidemiologici del Piemonte: secondo quanto rende noto il presidente della commissione regionale Sanità, Alessandro Stecco, l’indice Rt è sceso 0.76 e la discesa della curva pandemica prosegue «grazie anche a un ottimo contact tracing. Scende anche il numero dei ricoveri e dei casi ogni 100mila abitanti».

Dati positivi, dunque che fanno sperare in una positiva evoluzione della situazione anche in relazione alle misure di contenimento: tanto per fare una esempio Cresccentino, la prima zona rossa del vercellese, che nell'ultimo mese aveva toccato un picco di oltre 200 positivi, è sceso attualmente a circa 60 casi.

Notizie positive anche dalle case di riposo del territorio: «Nelle oltre 40 case di riposo provinciali - rileva il presidente della Provincia, Eraldo Botta, dopo la riunione settimanale - è risultato che su oltre 1500 persone, sono 4 gli ospiti positivi e 1 ricoverato, mentre tra il personale vi sono 4 positivi».

Dati positivi per gli anziani e le rispettive famiglie, dovuti soprattutto ai positivi effetti della campagna vaccinale che, nel territorio dell'Asl Vercelli, sta raggiungendo quota 50mila dosi iniettate.

Anche sul territorio, ovviamente, si è registrato lo stop alla consegna delle dosi del vaccino Johnson & Johnson, che doveva essere consegnato nella giornata di giovedì: lo stop temporaneo dell’Ema ha bloccato l'utilizzo in attesa che venga deciso il target di popolazione cui deve essere destinato.

Intanto, giovedì, è entrato in funzione il polo vaccinale di Asigliano, allestito dal Comune nel salone Polifunzionale e gestito grazie alla disponibilità dei medici Patrizio e Cristina Bertola.

redaz

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