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Pro Vercelli | 14 aprile 2021, 08:13

Mattia Rolando, stagione magica

«L'anno più bello, qui, nella Pro Vercelli. Non so dove arriveremo, so che a noi interessa solo vincere»

Rolando (con Hristov e Comi) che esulta dopo aver segnato (foto Ivan Bemedetto)

Rolando (con Hristov e Comi) che esulta dopo aver segnato (foto Ivan Bemedetto)

Sembra proprio che la Pro Vercelli porti bene a Mattia Rolando. Un gol l'anno scorso, al suo esordio con la casacca bianca, uno quest'anno, alla prima di questo campionato.
Ventinove anni, tante stagioni in D e in C (più in D che in C), e l'esplosione quest'anno: dieci gol, grandi giocate o come esterno alto, o come falso nueve, oppure adattandosi a fare il quinto di centrocampo o la mezzala.

La grande domanda è questa. Ma il Rolando – da categoria superiore – che stiamo ammirando quest'anno è lo stesso Rolando che per anni ha calcato i campi della C e della D?
«Me lo ha domando anche Modesto» dice, sorridendo.

E tu cosa gli hai risposto?
«Che ho sempre giocato così, ma che, anno dopo anno, sono migliorato. Ogni anno ho imparato qualcosa di più. Sei, sette anni fa non ero quello di adesso. E poi conta il caso, la fortuna. Se tre anni fa il direttore Casella non mi avesse preso nel Gozzano forse sarei ancora in D. Negli ultime tre anni penso comunque di aver fatto bene»

Dimmi di te, della tua vita a Favria, nel Canavese, raccontaci cosa fai al di fuori del calcio.
«La mia famiglia ha una panetteria da oltre vent'anni. Una panetteria con una produzione propria di biscotti e dolciumi. Quando ho la possibilità mi piace dare una mano e mi piace, per esempio, preparare crostate. L'ultima che ho fatto l'ho portata al campo, per festeggiare con la squadra il mio decimo gol.»

Da bambino, quando tiravi i primi calci a Rivarolo, chi era il giocatore di calcio che più ti piaceva, guardando la televisione?»
«I miei nonni, la mia famiglia ha sempre seguito il Toro. Mio padre, però, fu convinto dal suo dottore a tifare per l'Inter. Gli disse: Se cambi squadra e tifi per l'Inter, io non ti faccio la puntura. E io ho seguito le orme di mio padre, sono interista, ma simpatizzo per il Toro. E in televisione ammiravo giocatori come Baggio e Ronaldo.»

La stagione più bella, prima di arrivare alla Pro, dove l'hai vissuta?
«Nel campionato 2015-2016, giocavo in D con il Bellinzago. Arrivammo primi e conquistammo la C, però finì lì, non c'era lo stadio, quindi niente promozione, ma il ricordo di quell'anno resterà.»

Nel 2018 l'incontro con il direttore sportivo Alex Casella.
«Un incontro per me molto importante. Mi volle al Gozzano, dove mi trovai bene disputando delle buona gare e segnando sette gol. Poi a gennaio la cessione all'Arezzo, altri due gol. Insomma, un'annata positiva.»

Ad Arezzo giochi e conosci Cutolo, uno dei migliori attaccanti della C.
«Nello è un giocatore fantastico, ho cercato di rubargli quei particolari che ne fanno un grande bel giocatore. Ma è anche un grande capitano. A trentasette anni è quello che in allenamento corre più di tutti e che per tutti i compagni ha una parola di incoraggiamento. Ogni tanto ci sentiamo ancora.»

L'anno scorso arrivi nella sessione invernale. È il direttore Varini a volerti. Arrivi, ti alleni, vai subito in panchina, poi entri e segni. Non poteva esserci esordio migliore.
«Varini mi telefonò che era l'ultimo giorno di mercato. Dissi subito di sì, perché avrei giocato in una piazza importante, e comunque Varini mi aveva già cercato in passato. Sì, arrivai, feci due allenamenti e nella trasferta di Gozzano partii dalla panchina, ma poi successe che si fece male Rosso, così entrai e feci gol proprio alla mia ex squadra.»

Esordio con gol anche nella Pro Vercelli di mister Modesto, quest'anno. Prima giornata, gol su rigore contro il Novara. Fu una vittoria importante. L'inizio di una stagione da incorniciare.
«Avevo vissuto il ritiro a Varallo, dove avevo fatto di tutto per conquistare la fiducia di un allenatore che non mi conosceva. Sì, la partita con il Novara, il rigore segnato, poi questa stagione: nemmeno io mi aspettavo di fare così bene.»

Il segreto di quest'anno?
«Io, ma non solo io, penso a Comi che sta giocando alla grande, e tanti miei compagni stiamo dando il massimo. Ma il merito è anche della società e del tecnico che hanno fatto in modo che la squadra si esprimesse al massimo delle sue potenzialità.»

Ti racconto una cosa. Durante una conferenza stampa dissi a Modesto che tu, per me, eri un po' in crisi. Lui rispose che non era così. La domenica successe che tu segnasti. Appena mi rivide Modesto mi disse: "Visto che partita ha fatto Rolando?"
Avere un allenatore che ti apprezza quanto ti può dare in più?
«Guarda, parlo a nome anche dei miei compagni. Noi siamo in venti, e Modesto sa dialogare con ognuno di noi, insomma sa entrare nella testa di ognuno di noi, e questo è importantissimo. Anche se è un tecnico giovane, saper curare l'aspetto mentale nel calcio conta tantissimo.»

E poi c'è il gioco. Le sovrapposizioni, i cambi di ruolo.
«Mi fa piacere che si veda anche fuori dal campo. In allenamento lo facciamo sempre. Grande corsa, sempre con la palla, e intercambiabilità. È quello che viole il mister, che punta molto sulla intensità e sui meccanismi di gioco.»

Tu e Zerbin, una coppia di esterni da leccarsi i baffi. Ma c'è un certo Della Morte che scalpita...
«Per me “Della” è un giocatore di grande talento e prospettiva. Ma è stato bravo perché anche quando non trovava spazio non si è mai demoralizzato, e ha sempre dato il massimo. Non ha mollato, insomma, sempre sul pezzo. Ed è stato ripagato.»

Il ricordo più bello di quest'anno?
«Il gol che realizzai su punizione contro il Grosseto.»

E quello più brutto? Vediamo se indovino. Il rigore sbagliato contro l'Alessandria.
«No, un rigore sbagliato ci può stare. Mi spiace piuttosto per alcuni punti che abbiamo gettato via, forse per inesperienza.»

Masi ha dichiarato che il suo sogno è quello di tornare in B con la maglia della Pro.
«È il sogno di tutta la squadra. Mancano quattro partite, non so se arriveremo primo, secondi o terzi, so che faremo di tutto per vincere. Abbiamo sempre pensato così e, partita dopo partita, abbiamo constatato che vincere non è mai facile, ma è alla nostra portata. Vincere è l'unico verbo che vuole Modesto. E se poi verranno i play off faremo di tutto per terminare nel migliore dei modi, ma scenderemo in campo sempre con l'obiettivo di vincere.»

 

Remo Bassini

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