Caro direttore,
sono un’insegnante in pensione e stasera mi trovavo a fare due passi nell’area Pisu della nostra città, insieme a due ex colleghe che svolgono attività di recupero di studenti con difficoltà di apprendimento nell’ambito di un progetto di volontariato ospitato presso un locale dell’area in questione.
Erano presenti, in diverse parti, assembramenti di giovani vocianti, senza mascherina e senza distanziamento, che interagivano come se non si fosse in una fase molto delicata della pandemia.
Verso le 18 è comparsa (finalmente, ho pensato) un’auto della polizia municipale con due agenti a bordo. Una mia collega ed io abbiamo invitato gli agenti a sostare per rappresentare la situazione ed evidenziando che le mascherine erano state indossate dai ragazzi solo nel momento in cui è comparsa l’automobile.
Uno dei due poliziotti municipali mi ha invitata a non “istigare”… non ho ben capito che cosa, lamentando inoltre che manca il personale per effettuare gli opportuni controlli e che il loro automezzo era l’unico in servizio al momento.
Non c’è da stupirsi, quindi, se, nella nostra città i casi di Covid sono in aumento. Vorrei solo che non si puntasse l’indice contro le Scuole, quando sono i comportamenti esterni a rappresentare un veicolo di diffusione del virus; e mi ha rattristata molto la scortesia dell’agente nei confronti di una cittadina che, per il mestiere che ha svolto, comprende le necessità sociali dei giovani; ma anche la necessità che le persone dotate di autorevolezza, chiamate in causa, la esercitino secondo i ruoli e nei modi opportuni.
Grazie per l’ospitalità.