Un'udienza dedicata all'esame delle eccezioni preliminari delle difese ha aperto il filone vercellese del processo per l'inchiesta Punto Service.
Nei mesi scorsi, una parte dei fascicoli del procedimento che coinvolse 35 persone e la cooperativa vercellese, era già stata trasmessa alle Procure di Alessandria, Biella e Savona competenti per una parte dei capi di imputazione contestati. Ora anche l'ultima parte del procedimento rimasto a Vercelli potrebbe essere ulteriormente spacchettato per finire ad Alessandria e Savona. Sono relative alla competenza territoriale, infatti, la gran parte delle eccezioni sollevate da legali dei 10 imputati arrivati a dibattimento. Tra loro anche Massimo Secondo, all'epoca presidente della cooperativa ed ex patron della Pro (presente all'udienza), alcuni dirigenti e dipendenti della società di Caresanablot, il presidente e il direttore ell'Ipab Borsalino di Alessandria, il direttore della casa di riposo di Casale e alcuni componenti della commissione delle gare d'appalto che, secondo l'accusa, sarebbero state "cucite su misura" per la cooperativa vercellese.
Corruzione, istigazione alla corruzione, falso ideologico e turbata libertà degli incanti sono i capi di imputazione di cui, a vario titolo, devono rispondere gli imputati: ma, secondo i legali, il procedimento - e in particolare la parte relativa ai presunti atti corruttivi che si sarebbero commessi attraverso l'assunzione "mirata" di alcune persone - non andrebbe discusso a Vercelli, ma davanti ai Tribunali di Alessandria e Savona. Due eccezioni sollevano invece il tema dell'indeterminatezza dei capi d'accusa nei confronti della società. E, mentre rispetto a queste ultime il pubblico ministero Davide Pretti ha fatto opposizione riformulando il capo d'imputazione, rispetto al tema della competenza territoriale il magistrato si è rimesso alle decisioni che la corte, presieduta dal giudice Enrica Bertolotto, renderà note nella prossima udienza.