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Attualità | 27 novembre 2020, 09:08

Raccolta differenziata: il vercellese arriva al 67%; il capoluogo supera il 71%

I dati piemontesi e locali relativi al 2019. L'assessore Marnati: «Ora serve creare una filiera dell'industria del riciclo e del riuso»

Raccolta differenziata: il vercellese arriva al 67%; il capoluogo supera il 71%

Arriva al 71,7 a Vercelli e al 67 in provincia la percentuale della raccolta differenziata. Un dato superiore alla media regionale - che si ferma al 63,4% - e che colloca Vercelli e il vercellese nella fascia medio - alta di un'ideale classifica regionale in materia di raccolta rifiuti. Tuttavia la strada da percorrere è molta: mentre è stato centrato l'obiettivo di stare sotto i 190 chili per abitante di rifiuto indifferenziato (il dato per la provincia di Vercelli è 167), né il vercellese e nemmeno il resto del Piemonte hanno centrato l'obiettivo di restare sotto i 455 chili pro capite di rifiuti prodotti (il vercellese arriva a 501).

A presentare i dati piemontesi relativi al 2019 è l'assessore Matteo Marnati  che chiede un ulteriore sforzo, soprattutto alle province che ancora arrancano in tema di raccolta differenziata: «La strategia regionale è di sviluppare considerevolmente la raccolta differenziata e ridare ai rifiuti un riuso sostenibile. Serve una filiera di aziende e impiantistica complessa per avviare un’economia circolare piemontese», dice Marnati.

A livello regionale, la percentuale di differenziata aumenta di oltre 2 punti percentuali (2.2) rispetto al 2018, mentre l’indifferenziato registra una contrazione del 6.7%.

In particolare, per quanto riguarda la differenziata, per il 2019, con 1 milione e 359mila tonnellate, si è raggiunta la percentuale del 63,4% sul totale dei rifiuti prodotti, portando la quota pro capite, ovvero raccolti e separati dai cittadini, da 305 a 313 kg all’anno.

«Nel prossimo futuro - prosegue Marnati -il conferimento dei rifiuti in discarica sarà sempre meno ma, per poter trasformare i rifiuti in risorse, serve una filiera di aziende e impiantistica complessa, in grado di trattarli e avviare un’economia circolare piemontese»,

In Piemonte sono 557 i comuni che hanno superato quota 65%, la maggior parte dei quali, l’85%, hanno meno di 5mila abitanti.

A livello provinciale il raggiungimento dell’obiettivo previsto dalla normativa nazionale e dal piano regionale rifiuti (65%), è superato da tutte le province, ad eccezione di Alessandria e della Città Metropolitana di Torino che restano al di sotto del 60% (Alessandria 57%, Città Metropolitana di Torino 58%). In particolare, per quanto riguarda quest’ultima, le performance migliorano, a parte Torino città che resta ancora al di sotto del 50% di raccolta differenziata.

La frazione maggiormente raccolta è la carta con 65 kg ad abitante; seguita dalla frazione organica con 63 kg, quindi sfalci e potature (34 kg), vetro (41 kg), plastica con 30 kg.

Nel complesso, con la frazione organica (organico, sfalci, potature e compostaggio domestico), si superano i 106 kg per abitante, corrispondenti a circa il 34% dei rifiuti raccolti dai cittadini in modo differenziato.

Per quanto riguarda la percentuale di raccolta differenziata nei capoluoghi di provincia, in testa alla classifica Verbania (81,8%), seguita da Biella (78,5%) e Novara (73,9%). Chiudono la classifica Alessandria (48,5%) e Torino (47,7%)

Per quanto riguarda la produzione totale dei rifiuti, anche se a livello regionale il valore è in lieve calo, a livello di province nessun territorio ha ancora raggiunto l’obiettivo di riduzione previsto dal piano regionale per 2020. Per alcune province, come Asti e Biella, l’obiettivo non è distante mentre quelle di Cuneo, Alessandria e Vco, presentano ancora valori sopra ai 500 chilogrammi per abitante.

redaz

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