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Attualità | 20 novembre 2020, 17:15

Il virus in Piemonte: segnali di rallentamento, ma non tra gli over 65, la fascia più fragile

L'assessore Icardi traccia un'analisi dell'epidemia

Il virus in Piemonte: segnali di rallentamento, ma non tra gli over 65, la fascia più fragile

Una prima fase di crescita lineare, a partire dallo scorso 20 luglio, diventata esponenziale dopo la metà di settembre. Solo nella settimana dal 26 ottobre si inizia ad intravvedere qualche segnale di rallentamento, non sufficiente, però, ad evitare al Piemonte nuove misure e soprattutto, dopo 10 giorni, la collocazione in area rossa.

E' l'analisi sulla seconda ondata che l'assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, ha fatto giovedì, nel corso di una conferenza stampa, illustrando i dati della pandemia e l'andamento a partire dallo scorso mese di febbraio ed evidenziando come dallo scorso 20 luglio il Piemonte abbia dato i primi segnali di una nuova ondata epidemica, in quanto si vedeva dopo diversi mesi una nuova crescita dei contagi rispetto alla settimana precedente.

Ma come si sta comportando il virus, in base alle fasce d'età della popolazione? Dati, questi, che raramente vengono diffusi. 

L’analisi dei tassi d’incidenza dei casi suddivisi per classi di età conferma una flessione dei tassi già a partire dal 26 ottobre per le classi di età 11-13 anni e 14-18 anni.

Le classi 0-2 anni e 3-5 anni presentano i tassi di incidenza più bassi (inferiore ai 200 casi per 100.000) e a evoluzione più lenta, la classe di età 6-10 evolve come le prime due ma in modo solo di poco più veloce (sotto i 300 casi per 100.000), invece evolvono in modo sincrono le classi di età 11-13 anni e 14-18 anni.

Infine la popolazione con età superiore a 18 anni mostra una apparente flessione nella crescita del tasso di incidenza nell’ultima settimana (sotto i 700 casi per 100.000 abitanti).

Le classi di età 19-24 anni mostrano una flessione la settimana dal 9 al 15 novembre con un tasso di incidenza di poco superiore ai 600 casi per 100.000 abitanti, mentre le classi di età 24-44 anni e 45-64 anni, pur mostrando un rallentamento nell’ultima settimana, si collocano poco sopra i 700 casi per 100.000 abitanti.

Invece, le cassi di età 65-84 anni e over 85 mostrano un andamento crescente pressoché lineare a partire dal 5 ottobre, sebbene con velocità differenti dei tassi di incidenza.

La classe di età 65-85 è cresciuta al ritmo di 177.4 casi per 100.000 in più ogni settimana nelle ultime 6 settimane, raggiungendo i 900 casi per 100.000 nell’ultima settimana, mentre la classe di età over 85 è cresciuta al ritmo di 85.8 casi per 100.000 in più ogni settimana, raggiungendo 432 casi per 100000 abitanti nell’ultima settimana.

Sembra osservarsi con chiarezza un rallentamento generale dell’epidemia: infatti appare nelle ultime due settimane una inversione di tendenza nella classi di età più giovani soprattutto nelle fasce di età della scuola secondaria 11-13 e 14-18 anni. Quelle, per essere chiari, che non stanno frequentando la scuola. 

L’inversione di tendenza appare invece solo nell’ultima settimana per la classe di età che raccoglie gli studenti universitari (19-24 anni) e le classi di età dei più piccoli 0-2, 3-5, 6-10 anni.

Si nota solo una lieve flessione nelle classi di età tra i 25-64 anni ma non un’inversione di tendenza.

Infine le classi di età più fragili mostrano ancora una netta tendenza crescente, segno di una continua circolazione virale in quelle classi di età.

I dati delle ultime tre settimane mostrano più di un segnale che sembra avvallare l’efficacia delle misure di contenimento adottate dalla Regione Piemonte, già a partire dal 26 ottobre, prima della qualificazione di “zona rossa” (coprifuoco, didattica a distanza, ecc...).

Tuttavia l’esperienza passata invita a mantenere ancora prudenza.

La fase di picco della prima ondata dell’epidemia durò 5 settimane per il sovrapporsi alla fase già discendente dell’epidemia nella popolazione generale quella nella case di riposo / RSA; inoltre l’effetto di sovrapposizione prolungò la fase discendente per ulteriori 11 settimane fino ad arrivare a registrare meno di 10 casi al giorno (tra il 13 e il 19 luglio).

Appare dunque chiaro che oculate misure di contenimento contribuiscono a ridurre il tempo di durata del picco epidemico e della fase discendente, con conseguenti effetti di allentamento della forte pressione sulla rete ospedaliera piemontese

dal nostro corrispondente a Torino

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