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Attualità | 25 ottobre 2020, 13:05

L'amarezza di sindaci e politici: "E' il Dpcm del fallimento"

Stecco: "Affrontiamo la seconda ondata con le stesse forze che avevamo prima". Pane: "Dovevamo convivere con il virus, non ne siamo stati capaci".

Alessandro Stecco, Daniele Pane

Alessandro Stecco, Daniele Pane

"Il Dpcm del fallimento". Così il sindaco di Trino, Daniele Pane ha commentato, nel corso di una pacata riflessione affidata ai social, le nuove misure in via di adozione da parte del Governo.

Dalla serata di sabato, sono molte le considerazioni pessimistiche che sindaci e politici stanno facendo sulle nuove misure restrittive. "La mia previsione? - ha scritto sabato sera il parlamentare Paolo Tiramani, sindaco di Borgosesia - Non sapendo cosa fare, a suon di Dpcm aumenteranno le restrizioni... fino alla chiusura totale. Spero di sbagliarmi per il bene del nostro Paese".

"Tutti abbiamo fallito - scrive Pane -. L’app immuni, “venduta” malissimo da chi l’ha pensata e usata peggio da chi dovrebbe e non scaricata dalla gente. Dovevamo tutti rispettare semplici regole: distanziamento, mascherine e protocolli. Purtroppo qualcuno si crede Superman, magari lo è anche ma doveva essere Superman per gli altri non per se stesso. Siamo egoisti! Dovevamo avere un sistema di tracciamento efficiente, e invece ci sono solo lunghe code, attese infinite e tamponi che arrivano troppo tardi. La Germania ha assunto da settimana 10.000 persone per questo servizio, noi annunciamo oggi il bando per l’assunzione di circa 1.500 persone. Bisognava potenziare la rete sanitaria, sia ospedaliera che sopratutto territoriale (a domicilio) per evitare di intasare gli ospedali con ricoveri che potrebbero essere gestiti da casa, ma spesso manca il personale e quando c’è il personale mancano addirittura i mezzi (4 medici con una sola macchina per muoversi sul territorio). Dovevamo essere chiari, precisi, determinati e con capacità programmatoria, invece siamo stati confusionari (parla troppa gente spacciandosi per esperto, esperto di cosa?), abbiamo riaperto le scuole senza potenziare i trasporti, abbiamo permesso di entrare ed uscire dall’Italia chiunque senza il minimo controllo, abbiamo fatto DPCM, ordinanza sparse, quasi a caso creando solo paura e confusione nella testa della gente. Tutto il contrario di cosa doveva essere. Conclusione: Dovevamo convivere con il virus, abbiamo provato a farlo, non ci siamo riusciti. La pagheremo cara, tutti, non solo le partite Iva, ma anche quelli con il contratto fisso, i dipendenti pubblici e i pensionati. La pagheranno i bambini e i ragazzi più di tutti... Noi rispetteremo di nuovo tutto, ne sono certo! Ma che ognuno si assuma le sue colpe e che non le si scarichi solo sui cittadini... ".

Ugualmente severa, anche dal punto di vista sanitario, l'analisi di Alessandro Stecco, presidente della commissione regionale Sanità. "I lavori per i pronto soccorso e nuovi posti letto terapia intensiva e semintensiva previsti da Arcuri non sono ancora partiti per ritardi della gestione nazionale dell'emergenza, dunque affronteremo l'emergenza con quello che avevamo prima - scrive Stecco - Abbiano sentito parlare di monopattini, ecobonus, banchi a rotelle per tutta l'estate. Io francamente sono basito per come uno Stato come l'Italia sia guidato così male: ci sono Paesi che hanno capito come fare a gestire le ondate di pandemia, tra scuole aperte, piattaforme nazionali di tracciamento e gestione della pandemia ed economia il più possibile preservata. Quello che si è seguito ovunque è stata la teoria del "The hammer & dance", il martello (il primo lockdown) per schiacciare la curva dei contagi, e poi una fitta attività basata su tamponi, tracciamento e trattamento... per bloccarne la ricrescita ovvia. Il tracciamento dei positivo è il cardine del sistema di contenimento della diffusione del virus, ma va in crisi se non ci sono sistemi e persone a sufficienza. Solo ora la Protezione Civile fa un bando per potenziare il personale che fa contact tracing dei Sisp e  per arruolare solo 1500 persone in tutta Italia: 75 in media per ogni regione, estrapolando in teoria in Piemonte ci sono 12 aziende sanitarie e sarebbe poco più che un rinforzo di 5 persone per ognuna".

Stecco prosegue rilevando come "Tutto quello che riguarda la sanità territoriale, piattaforme nazionali, contact tracing, ospedali, l'Italia è stata fallimentare: abbiamo perso mesi preziosi parlando del nulla senza mettere in campo decisioni e risorse immediate. 

Finirà con un nuovo lockdown, mascherato da tanti Dpcm in cui spostano le lancette degli orari, ma ne pagheranno le conseguenze i tanti che seguivano le regole: avremo un disastro socio-economico senza precedenti".

redaz

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