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Cronaca | 14 ottobre 2020, 16:04

Concorso truccato in Valle d'Aosta: assolto medico vercellese

La vicenda era relativa al 2018: il primario di Borgosesia è risultato del tutto estraneo ai fatti

Concorso truccato in Valle d'Aosta: assolto medico vercellese

Si è conclusa con una condanna e cinque assoluzioni, l'udienza preliminare al tribunale di Aosta relativo a presunti illeciti nel concorso per medici ginecologi promosso dall'Usl della Valle d'Aosta nella primavera del 2018; le indagini erano state coordinate dal pm Luca Ceccanti.

Il gup di Aosta Giuseppe Colanzingari ha condannato a dieci mesi di reclusione (con sospensione condizionale della pena) Livio Leo, 56 anni, direttore della struttura ospedaliera di Ostetricia e ginecologia, ritenuto colpevole di abuso d'ufficio e rivelazione di segreto d'ufficio.

Leo era presidente della commissione giudicatrice degli esaminandi; sono invece stati assolti per non aver commesso il fatto gli altri imputati: Enrico Negrone (59), medico in Piemonte e membro della commissione, Veronica Arfuso, Andrea Capuano, Francesca Deambrogio e Riccardo Fiorentino (i quattro candidati che avevano superato la prima prova scritta, poi annullata dall'Usl). All'Usl è stato riconosciuto un risarcimento di 5.000 euro.

Secondo gli inquirenti durante il concorso erano stati favoriti i quattro candidati finiti a giudizio, che conoscevano Leo e che con lui avevano già curato pubblicazioni scientifiche. Erano stati gli unici a superare la prova, dalla quale erano rimasti esclusi altri tre ginecologi che hanno contestato l'esito. L'ipotesi di abuso d'ufficio riguardava la presunta violazione della legge in merito alla tipologia di prova scelta, che sarebbe dovuta consistere in una serie di quesiti a risposta aperta e non in un test con 50 domande a risposta multipla. La rivelazione di segreto d'ufficio deriva dall'ipotesi che le domande fossero arrivate prima della prova ai quattro candidati imputati, che avevano poi realizzato punteggi attorno a 27/30. L'azienda Usl è stata assistita dall'avvocato Corinne Margueret. Il fascicolo era stato aperto nei primi mesi del 2018, a seguito di un esposto dell'allora assessore regionale Emily Rini che a sua volta era venuta a conoscenza dell'accaduto da un articolo di Aostacronaca.it.

dal nostro corrispondente ad Aosta

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