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Lettere | 09 ottobre 2020, 11:27

La lettera: "Luce e gas, da ottobre aumenti vergognosi e giustificazioni insostenibili"

"I parlamentari, con i loro lauti stipendi, non si accorgono dei rincari; ma per i pensionati con la minima la storia è diversa"

La lettera: "Luce e gas, da ottobre aumenti vergognosi e giustificazioni insostenibili"

Gentile direttore,

dal primo di ottobre tornano ad aumentare e anche notevolmente, fuori da ogni razionalità, il costo della energia elettrica +15,6% e del gas +11,4%.

Ma quello che più indigna è che ci viene “raccontata la solita storia” e cioè che gli Italiani Utenti e Consumatori “nonostante i considerevoli aumenti” risparmieranno ancora rispetto il trascorso 2019. Una vergognosa giustificazione che non merita commenti. Poi ci viene anche ricordato che nonostante la pandemia in corso con il suo disastro finanziario e occupazionale, siamo comunque in ripresa e quindi aumentano i consumi e quindi aumentano anche i costi di energia elettrica e del gas. Poi ancora; ci avviciniamo alla stagione più fredda e quindi l’incremento dei consumi comporta anche l’aumento di costi e tariffe. E con l’aumento dei costi aumentano anche tasse e balzelli inconcepibili e incomprensibili, che gravano sui consumi e sulla spesa. Ma aumentano anche gli importi dell’Iva che “ladrocinamente” gravano anche su tasse e balzelli vari.

Insomma c’è di che vergognarsi ampiamente per questa vera presa in giro da ogni punto di vista per un settore nel quale l’Autorità competente non ho capito (ma siamo in molti) che ruolo ha e a che cosa serve. Una risposta me la sono data e l’ho confrontata con l’opinione di molti Utenti che la condividono ma che mantengo riservata esclusivamente per educazione.

Insomma giustificazioni insostenibili a 360° che gli utenti non meritano ma che purtroppo sono costretti a subirne le conseguenze, mettendo mano come sempre al proprio portafogli per pagare luce e gas ma anche e soprattutto i vergognosi rincari e i balzelli che gravano significativamente sui consumi e sono probabilmente destinati a sostenere e mantenere organizzazioni che avrebbero la responsabilità di controllare i mercati per contenere prezzi e costi. Sono invece dei soggetti che non si comprende a cosa servono e a quali funzioni assolvono soprattutto dal punto di vista tariffario e dei costi.

Sarebbe proprio il caso che “la politica” nell’ambito della tanto declamata spending review, rivedesse attentamente e riformasse radicalmente organizzazioni e soggetti che gravano solamente sulla spesa pubblica, anche con la loro definitiva chiusura.

Ma in questo caso non è comprensibile né rilevabile neppure il confine tra pubblico e privato. In questo contesto di semi o di totale statalismo dove non si intravede alcuna competizione, la prassi è sempre la stessa e la più semplice a realizzarsi: si aumentano i costi e le tariffe senza preoccupazione alcuna adducendo motivazioni ingiustificabili e anche ridicole. E purtroppo in questo andazzo la politica di ogni schieramento, il governo e i promettenti rappresentanti del popolo compresi soprattutto quelli deputati ad aprire le scatolette di tonno, sono tutti muti e zitti nonostante le loro grida sbandierate solamente nel corso delle campagne elettorali ma che poi si rivelano in un più che deludente nulla di fatto. Una ulteriore presa in giro per elettori, utenti e consumatori.

Infatti gli ignobili e vergognosi aumenti in corso dal 1 ottobre 2020 non sono stati minimamente appuntati e/o commentati dai cosiddetti rappresentanti del Popolo, forse “troppo” impegnati su altri fronti. E sui lauti stipendi e/o indennità di funzione mensili a cinque cifre, gli aumenti delle tariffe sono pressochè irrilevanti. Ragion diversa invece per chi non gode di questi privilegi economici ed è costretto ridurre al minimo indispensabile i consumi e proprio all’inizio delle stagioni autunnali e invernali.

A titolo di esempio segnalo la mia personale situazione di pensionato sfortunatamente con una moglie invalida al 100% che assisto in prima persona da anni e possessore oltre alla casa di abitazione di un modestissimo alloggio ammobiliato ricevuto in eredità ma non abitato e quindi con consumi pari a zero, sono costretto a pagare bollette di 46 euro per la luce e 41 per il gas. Un vero furto legalizzato.

E i tanti e sbandierati “proclami della politica sui meno abbienti” che purtroppo sopportano sempre più difficilmente i rincari di costi e tariffe perché nella maggior parte dei casi si tratta di persone che hanno maggiori necessità per tutta una serie di condizioni derivanti dalla loro salute e dall’età avanzata ma anche e in particolare perché vivono con una pensione mensile a tre cifre, quei proclami sono tutti ignobilmente e vergognosamente disattesi.

Giovanni Ravasenga

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