Vercelli ospedale Covid di quadrante. E' la proposta - destinata sicuramente a suscitare un vespaio - lanciata dal sindaco di Novara Alessandro Canelli in un'intervista apparsa mercoledì mattina sulle pagine locali del quotidiano La Stampa.
Novara, dove nella sola giornata di martedì si sono registrati 38 nuovi contagi derivanti da contatti tra familiari e amici in cui non si sono rispettate le regole di distanziamento e mascherine, ha 14 persone ricoverate nei reparti Covid. Una situazione gestibile, dunque.
Vercelli, dal canto suo, sta attraversando un momento in cui i contagi, in netta impennata in tutto il Piemonte, vengono tenuti strettamente sotto controllo: 8 quelli segnalati martedì, ma in alcuni giorni si è arrivati anche ad avere zero casi nuovi.
Ma evidentemente, di là dal Sesia, si ritiente che la situazione potrebbe anche peggiorare. E il sindaco Canelli propone una soluzione shock: trasformare l'ospedale di Vercelli in struttura Covid del quadrante in cui far confluire tutti i malati del territorio. E offre anche delle motivazioni, che ai vercellesi apparitanno alquanto sconcertati: «Non possiamo più permetterci - è il virgolettato riportato dalla Stampa - di trasformare in un reparto Covid tutto l’ospedale di Novara come nella scorsa primavera perché ci è costato un prezzo in termini di prestazioni sospese che ancora stiamo pagando. Va individuato un centro di quadrante che possa accogliere i contagiati e ritengo che l’ospedale di Vercelli sia la struttura ideale». Come se i pazienti vercellesi non avessero pagato lo stesso tributo in termini di prestazioni rinviate e liste d'attesa divenute ormai chilometriche...
Eppure Novara, oltre al Maggiore, ha l'ospedale Asl di Borgomanero e i presidi San Giuliano e di Galliate. Insomma, spazi per creare un ospedale Covid (se è questa la strada ipotizzata da Canelli) non dovrebbero mancare, senza bisogno di far ricorso al Sant'Andrea di Vercelli.
Comunque sia, il sassoadesso è lanciato: vedremo che tipo di accoglienza verrà riservata a questa proposta da parte di quegli esponenti politici vercellesi, in primis il presidente della commissione regionale Sanità, Alessandro Stecco che, la scorsa estate, avevano sollevato pesanti dubbi sull'opportunità di trasferire - come era stato fatto all'epoca - due pazienti Covid da Novara e Vercelli.