Politica - 24 settembre 2020, 14:39

"Trino deposito nazionale delle scorie? Una candidatura insensata"

Dibattito sul nucleare: intervento dei consiglieri di "Trino Futura"

Riceviamo e pubblichiamo.

Non si può affrontare un tema complesso e delicato come la costruzione del deposito unico nazionale dei rifiuti radioattivi in questo modo, con una dichiarazione rilasciata ai giornali rispondendo a una domanda che, di fatto, nessuno ha posto.

Avanzare autocandidature non supportate da alcun elemento rischia solo di inquinare un percorso che dovrà essere trasparente, basato su dati scientifici e con la massima partecipazione possibile. Abbiamo già visto come fughe in avanti abbiano prodotto scelte improvvide e sollevazioni popolari, come fu nel caso di Scanzano.

Rispetto ad allora, diversi passi in avanti sono stati fatti: c’è un percorso normato da seguire, Ispra ha pubblicato i criteri tecnici per l’esclusione delle aree inadatte e Sogin ha realizzato la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee, rivista più volte in funzione delle richieste che sono arrivate dai diversi Governi che si sono succeduti.

Per un territorio già fortemente condizionato dalla presenza del nucleare, la prima cosa da fare è capire cosa dicono i criteri tecnici e una lettura degli stessi portano già ad escludere Trino, per la presenza di corsi d’acqua, di una fitta rete di canali irrigui, per la falda quasi affiorante, oltre che per le colture risicole che sono ragionevolmente considerate come pregiate. Abbiamo invece la necessità di spingere per la disattivazione e lo smantellamento completo della ex centrale nucleare "E. Fermi" e l'allontanamento di tutto il materiale contaminato, ben sapendo che il percorso si chiude con la realizzazione del Deposito Nazionale.

Il Deposito è una infrastruttura fondamentale, che va realizzata e tutti noi dobbiamo impegnarci affinché ciò possa accadere in tempi ragionevoli e con la garanzia della massima sicurezza.

L'impressione è che certe dichiarazioni, come quelle del sindaco Daniele Pane che peraltro riprendono cose già dette in passato da Roberto Rosso, servano più che altro per conquistare qualche pagina di giornale e poco altro.

Sbandierare poi in questo modo i numeri sui possibili posti di lavoro e delle compensazioni che arriveranno è del tutto strumentale.

Due ultime considerazioni, una di carattere generale e una invece legata al futuro della nostra città.

Il Deposito Nazionale e l’annesso Parco tecnologico, quando saranno realizzati, avranno un impatto sicuramente sovracomunale. Ecco perché, una volta pubblicata la CNAPI, la discussione dovrà essere ampia e avere almeno un livello di coinvolgimento sovraprovinciale, se non regionale. Evidentemente ci sarà un’area scelta che sarà maggiormente interessata, ma gli effetti dell’opera ricadranno su un territorio ben più ampio di quello di un Comune.

Secondo punto: a settimane alterne leggiamo dichiarazioni in cui si dice che il futuro della nostra città è la promozione turistica, poi il rilancio delle attività produttive, ora addirittura il Deposito Nazionale. Veniamo da anni (forse decenni) difficili segnati da eventi catastrofici e da una lunga crisi che ha colpito ancora più duramente il vercellese e il nordovest italiano in generale. Siamo convinti che serva ragionare su una nuova vocazione per il nostro territorio e, proprio per questo, serve anche il contributo di professionalità capaci di guidare tutta la comunità in un percorso condiviso. Non è un percorso che si fa dall’oggi al domani. Sono già disponibili diversi studi e approfondimenti realizzati negli anni scorsi, proviamo a ripartire anche da lì e non ricominciare da capo ogni volta.  

 

Paolo Balocco, Alessandro Demichelis, Patrizia Ferrarotti, Alessandro Portinaro