Riceviamo e pubblichiamo.
Ho appreso con grande stupore che il sindacato Anaao, il maggiore tra quelli che rappresentano i medici ospedalieri, ha manifestato perplessità rispetto alla prospettiva di attivare posti letto di terapia intensiva all’ospedale Santi Pietro e Paolo di Borgosesia.
Il dubbio rappresentato dalla segretaria regionale del sindacato è se sia giusto o meno creare questi posti letto.
Io, personalmente, dubbi non ne ho proprio: i posti letto di terapia intensiva all’ospedale di Borgosesia servono eccome.
Se è vero che è impossibile oggi sapere con certezza a cosa andremo incontro tra qualche settimana, è vero anche che senza fare inutile (o utile a qualcuno?) allarmismo, dobbiamo essere prudenti.
In autunno e in inverno potrebbe esserci un aumento di persone contagiate e in quel momento dovremo essere bravi a trattare queste persone in modo adeguato. Per farlo, è necessario che la macchina organizzativa si muova adesso e non all’ultimo momento.
L’ospedale di Borgosesia, durante il periodo più critico, ha fornito un aiuto fondamentale a quello di Vercelli. Ben venga dunque se, nel caso di un’intensificarsi di contagi, questo aiuto possa diventare ancora più strutturato e importante.
Le professionalità ci sono e i macchinari, grazie alla sempre importante generosità dei valsesiani, anche.
La prima ondata del virus ci ha colti del tutto impreparati e ha evidenziato lacune clamorose nel nostro sistema, colmate solo grazie all’incredibile opera del personale sanitario. Ora abbiamo la possibilità di organizzarci per tempo e farci trovare pronti. Non sprechiamola.