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Attualità | 15 luglio 2020, 14:09

Moncrivello, chiuso il reparto Covid. È tempo di bilanci

Per i Silenziosi Operai della Croce, colpiti dall'epidemia, un lavoro costante a favore dei malati

Moncrivello, chiuso il reparto Covid. È tempo di bilanci

È stato dimesso l’ultimo paziente ospite del nuovo reparto dedicato ai malati di Covid-19 presso la Casa di cura “Mons. Luigi Novarese” di Moncrivello. Dopo poco meno di tre mesi dal primo ingresso, tutti i pazienti sono tornati a casa con doppio tampone negativo rendendo così il polo sanitario del Trompone “Covid-free”, libero dal Coronavirus.

Finita l’emergenza sanitaria, ora è tempo di bilanci.

I giorni dell’angoscia quando in Italia, all’inizio di aprile, si era raggiunto il numero massimo di ricoverati (28.023) e di pazienti in terapia intensiva (4068) sono ormai un ricordo. Fu allora che dal ministero della Sanità e dalle Asl partì la richiesta alle Case di Cura private di mettere a disposizione letti e personale per alleggerire il carico delle strutture pubbliche in difficoltà.

A tale appello hanno risposto i Silenziosi Operai della Croce che hanno trasformato uno dei reparti di riabilitazione fisiatrica del CRFF “Mons. Luigi Novarese” in 20 posti letto dedicato ai malati di Covid dimessi dai reparti di terapia intensiva, non curabili adeguatamente a domicilio, oltre ai pazienti portatori di pregresse disabilità che necessitavano di riabilitazioni importanti e impegnative.

“Non è stato un compito semplice – spiega la dottoressa Pierangela Cavallino, direttore sanitario della struttura – cambiare totalmente la vita di ricoverati e operatori del nostro Centro che, in pochissimo tempo, si è attrezzato per accogliere nel modo migliore i pazienti positivi di Covid19, creando anche i presupposti per preservare i malati dei reparti di riabilitazione da ogni possibile contagio”.

Grazie alla supervisione dell’Asl di Vercelli e dell’Arpa è stato superato ogni ostacolo. Il 20 aprile scorso sono giunti a Moncrivello i primi pazienti, l’ultimo è stato dimesso il 2 luglio. Un’esperienza positiva, dunque, il cui significato sta a dimostrare come questa sinergia fra pubblico e privato abbia consentito di affrontare l’emergenza sanitaria in modo efficace e coordinato.

“Non sono stati giorni facili – aggiunge Cavallino – che hanno richiesto grande impegno da parte di medici e infermieri e anche, lo vorrei sottolineare, di fisioterapisti, logopedisti e terapisti occupazionali perché la maggior parte dei ricoverati per Covid19 erano anche affetti da precedenti patologie neurologiche e con deficit motori”.

Non è mancata la collaborazione di Enti e persone che hanno sostenuto questo cammino con gesti di grande disponibilità come la Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, la Ditta Alberto Renzi di Tronzano. Di notevole sostegno, non solo materiale, è stato l’aiuto della Conferenza Episcopale Italiana tramite i mezzi raccolti con il conto corrente aperto per la raccolta di fondi a favore delle strutture sanitarie. (IBAN: IT 11 A 0200809431000001646515 intestato a CEI: sostegno sanità).

“Nonostante la nostra comunità sia stata colpita duramente dal virus – conclude Cavallino – continuiamo a portare avanti il progetto del nostro Padre Fondatore, il beato Luigi Novarese, che credeva nel valore di una medicina più umana, al servizio dei malati e della vita”.

Redaz

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