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Attualità | 07 luglio 2020, 19:37

Borgosesia, dal ministero lo stop agli 8 posti di Rianimazione. L'ira di Tiramani e Stecco

"L'ospedale valsesiano è stato strategico durante il Covid e lo sarà anche in autunno. Non accettiamo il colpo di spugna romano su un progetto che ha riunito risorse pubbiche e private"

Borgosesia, dal ministero lo stop agli 8 posti di Rianimazione. L'ira di Tiramani e Stecco

Terapia intensiva a rischio, per il presidio ospedaliero Santi Pietro e Paolo di Borgosesia. Il piano regionale che assegnava 8 nuovi posti letto di rianimazione alla struttura sanitaria valsesiana è infatti stato bloccato a livello ministeriale.

Una lettera resa nota martedì mattina entra a gamba tesa sulle decisioni assunte dalla Regione Piemonte nel piano di riorganizzazione all’assistenza ospedaliera regionale, in attuazione dell’articolo 2 del DL n.34 del 19 maggio 2020: «Con grande sorpresa ho letto nel documento che “si chiede di rivalutare l’offerta dei posti letto di terapia intensiva programmata nei presidi di San Lorenzo di Carmagnola, Civile di Saluzzo e Santi Pietro e Paolo di Borgosesia” – dice Paolo Tiramani, parlamentare e sindaco di Borgosesia –. Una richiesta che arriva da un ministero romano, dove non conoscono la nostra realtà e non sanno che valenza ha avuto il nostro ospedale nel periodo dell’emergenza Covid; non sanno che privati cittadini hanno messo a disposizione dell’ospedale, sostituendosi a quello che dovrebbe essere il dovere della sanità pubblica, gran parte delle strumentazioni tecniche necessarie per la rianimazione, e che di fatto questo tipo di servizio è già presente nel nostro ospedale: occorre solo l’ufficializzazione».

Tiramani si rivolge anche ai rappresentanti locali del Pd, chiedendo loro se siano disposti a fare squadra in questo momento in cui la sanità locale viene attaccata dal Governo: «Come si sono affrettati a rivendicare il potenziamento annunciato dei posti letto di terapia intensiva, con 8 nuovi posti a Borgosesia, dicendo che vercellesi e valsesiani potevano ringraziare il ministero della Salute per questo aver indicato linee organizzative e destinato fondi per questo progetto – aggiunge Tiramani – ora mi aspetto di vederli sulle barricate contro quello stesso Ministero, nel momento in cui ritratta tutto. Noi della Lega ci siamo battuti fin dal primo momento perché la Sanità del nostro territorio fornisse ai cittadini risposte adeguate. Oggi non accettiamo certamente questo colpo di spugna ministeriale, e ci chiediamo: loro che cosa hanno intenzione di fare? Questa è l’ora della verità: state con i vostri concittadini, o con i vostri compagni di partito?».

Alla dura dichiarazione di Tiramani, fa eco quella del presidente della Commissione Regionale Sanità, Alessandro Stecco, che dal suo osservatorio puntualizza: «La non conoscenza della sanità regionale da parte dei funzionari romani è uno dei motivi che ha portato anni fa a regionalizzare la competenza sanitaria. Ritengo che questa decisione, presa senza conoscere il risvolto strategico svolto dal presidio di Borgosesia nella lotta al Covid, e neanche la necessità di non bloccare di nuovo la rianimazione dell’ospedale di Vercelli in caso di recrudescenza della pandemia in autunno, potrà essere foriera di grossi problemi, come ad esempio nella gestione dell’assistenza alla patologia non-Covid».

redaz

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