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Economia | 15 maggio 2019, 12:00

Salvini vuole chiudere i negozi di cannabis legale

Salvini ha puntato il dito contro i grow shop ritendendoli responsabili dell’incentivo al consumo e allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Salvini vuole chiudere i negozi di cannabis legale

“Chiuderò uno a uno tutti i negozi di cannabis legale” perché “sono un incentivo all’uso e allo spaccio”. Queste sono le parole del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, espressosi a riguardo al termine di un incontro avuto l’8 maggio scorso con i rappresentanti delle comunità che si occupano del recupero dei tossicodipendenti. Nel corso della stessa conferenza stampa, Salvini ha puntato il dito contro i grow shop ritendendoli responsabili dell’incentivo al consumo e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Il ministro dell’Interno ha poi evidenziato come la droga sia un problema nazionale da combattere ed ha minacciato controlli a tappeto negli oltre mille negozi sparsi in tutto il territorio nazionale con l’intenzione di chiuderli tutti. Contro il Viminale si schierano in blocco i 5stelle che attraverso il ministro della Salute, Gulia Grillo, replicano: “non bisogna dare informazioni sbagliate, perché nei canapa shop non si vende droga”. Anche il vice-premier Di Maio si è espresso sulla vicenda invitando Salvini a correggere il tiro delle polemiche. Ma il leghista nel corso dell’ospitata a Otto e mezzo su La7 ha ribadito la sua posizione intimando agli alleati di governo che “sulla droga con i 5stelle io ci litigo, perché qualcuno vorrebbe far passare lo stato come spacciatore”. È opinione diffusa che il nuovo ostacolo all’esecutivo sia stato posto in risposta della decisione del Premier Giuseppe Conte di revocare le deleghe al sottosegretario leghista Siri coinvolto in vicende giudiziarie della quale la maggioranza grillina ha chiesto conto più volte.

Per quanto riguarda la produzione e la vendita di cannabis light, il governo italiano ha legiferato a proposito con la legge 242 del 2016 che definisce termini e modalità della produzione e della vendita di prodotti a base di marijuana e limiti entro cui debba rimanere il tetraidrocannabinolo (THC), oltre che alle specie consentite per la coltivazione così come deciso dall’Unione Europea. Già dai primi mesi del 2017 ci furono le prime aperture di negozi e nel corso degli anni successivi le attività sono cresciute raggiungendo le mille unità in tutta la penisola. Il comparto risulta uno dei più attivi, sia per quanto riguarda il commercio che la coltivazione, facendo registrare dati positivi in capo al lato economico, ritorni occupazionalisoddisfacenti e migliaia di ettari di terreni coltivati, precedentemente abbandonati, con la cannabis sativa, soprattutto nelle regioni del sud. Oltre al discorso meramente mediatico la coltivazione e il commercio di cannabis trovano applicazioni di uso quotidiano per la produzione di oggetti di ogni tipo, indumenti, carburanti oltre alla considerevole diminuzione dell’impatto ambientale delle coltivazioni e di tutta la filiera di produzione e commercio di derivati.

I negozi presi di mira dal ministro dell’Interno, operano principalmente nel settore della vendita di semi, attrezzature e utensili necessari alla coltivazione della cannabis sativa, i cosiddetti grow shop, mentre altri negozi come Justbob.it si occupano della vendita di infiorescenze legali di marijuana light e oli CBD. I tre negozi che sono stati chiusi nei giorni scorsi sono accusati di aver venduto prodotti con un quantitativo di THC superiore a quello consentito dalla legge, ma le associazioni di categoria invitano a non generalizzare poiché la quasi totalità dei negozi rispetta le regole. I prodotti di Justbob.it sono tutti rigorosamente certificati e rispettano i limiti di leggeimposti dalla normativa vigente italiana ed europea; inoltre tutti i prodotti sono tracciabili e provenienti da coltivazioni, anch’esse, certificate e che utilizzano varietà di cannabis sativa permesse dalle direttive e dai regolamenti dell’Unione Europea. La filosofia aziendale di Justbob.it è da sempre attenta alle esigenze del cliente e si oppone fermamente ai singoli e alle compagnie che vedono in questo mercato solo una fonte di guadagno.

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