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Cronaca | 06 novembre 2018, 16:14

Vicenda Korczak: al via il processo alla quarta insegnante

FISSATI CALENDARIO E LISTA TESTI. IN AULA LA MAESTRA E ALCUNI DEI GENITORI CHE SI SONO COSTITUITI PARTE CIVILE

Vicenda Korczak: al via il processo alla quarta insegnante

La giornata grigia, in un'aula di tribunale lo è ancor di più.
Soprattutto per Luisita Cantù, insegnante di sostegno alla scuola materna Korczak, accusata di maltrattamenti (così come era avvenuto per altre due colleghe) nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla squadra Mobile della Questura nella primavera del 2017.
Ha deciso di assistere alle udienze, la maestra indagata. Si siede, non si muove. Nella piccola aula, martedì mattina, ci sono anche le figlie, il marito. E ci sono alcuni genitori di bimbi, che si sono costituti parti civile al processo.
Il clima è teso ed è facile supporre che lo sarà.
«La signora Cantù è presente oggi? Buongiorno» dice, rivolgendosi verso l'imputata – con un tono di voce distaccato ma cordiale - il giudice Cristina Barillari.
Inizia l'udienza. In scaletta c'è l'ammissione delle prove e delle liste testi.
C'è un'assenza che va registrata e che aleggia: i genitori del bimbo seguito dall'insegnante finita a processo non si sono costituiti parte civile.
Il pubblico ministero Davide Pretti annuncia di voler sentire i testi, l'imputata se si sottoporrà all'interrogatorio, la produzione di un cd con le immagini «di nove frammenti già selezionati» puntualizza, la trascrizione audio. Sui testi della difesa, il pm, ha qualcosa da ridire. Alcuni sono «superflui, perché per esempio nulla hanno a che fare con il contesto spazio-temporale oggetto del processo. Che senso ha, ascoltare una teste che racconta che nel 2000 l'imputata è stata una brava insegnante? Che senso ha ascoltare colleghe che ci possono raccontare che l'imputata in altre scuole si era comportata bene? O la madre di un bimbo disabile che ha avuto l'imputata come insegnante... Nulla c'entrano con i fatti».
Alla richiesta del pm di escludere parte dei testi della difesa, si sono associati i legali delle parti civili: gli avvocati Roberto Rossi, Francesca Orrù, Teresa Certa, Luca Berra.
«Le testimonianze sull'operato dell'insegnante non possono ritenersi irrilevanti» ha invece sostenuto l'avvocato Mauro Prinzivalli, dell'avvocatura dello Stato (in rappresentanza, come responsabile civile, del Ministero della Pubblica Istruzione).
Lo stesso Prinzivalli ha sottolineato anche l'importanza della valutazione dello stato di servizio di Luisita Cantù. «Non è irrilevante che nel fascicolo personale della teste ci sia l'assenza di procedimenti disciplinari».
«Qui non siamo di fronte a un caso di maltrattamento di un dipendente da parte di un datore di lavoro, qui si sta parlando di un allievo disabile che condivideva gli stessi spazi con altri bimbi. In questa sede va indagato il metodo educativo sui bimbi che hanno queste disabilità» hanno sostenuto i legali dell'insegnante, Fabrizio Mastro e Cosimo Maggiore.
La decisione del giudice è stata dettata dal buon senso: verranno depennati alcuni testi, ma la difesa avrà comunque la facoltà di sentirne alcuni, uno per gruppo, in relazione a contesti estranei al procedimento (ad esempio una ex collega o un genitore che aveva avuto a che fare con l'insegnante in anni precedenti).
Prossime udienze il 4 dicembre, per il conferimento degli incarichi dei periti, il 2, il 10 e il 17 luglio, quando si passerà ai testi. Farà molto caldo, allora.

reb

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