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Arte e Cultura | 07 maggio 2018, 20:54

"Cetti Curfino": un'eroina d'oggi, un libro dal forte impatto

SCRITTO DA MASSIMO MAUGERI, PUBBLICATO DA LA NAVE DI TESEO

"Cetti Curfino": un'eroina d'oggi, un libro dal forte impatto

La bellezza, e la potenza narrativa di questo libro, s'intravade subito, dalle prime righe.

Appena la vide, pensò due cose. La prima: il suo era uno di quegli sguardi capaci di bloccare il respiro. La seconda: la sua bellezza era dotata di un incanto ferale.
Entrando nella stanza fece un cenno con il capo alla donna che svolgeva la funzione di secondino, qualcosa a metà strada tra un ringraziamento e un segno d’intesa. Nei giorni a venire avrebbe imparato a conoscerla, questa donna; e ad apprezzare la sua generosità mascherata da apparente rudezza. Si chiamava Dina e, inevitabilmente, un po’ tutti avevano preso a indicarla con l’appellativo canzonatorio di “Dina la secondina”. Per quel che gli era dato sapere, la donna non aveva mai battuto ciglio. Se volevano chiamarla in quel modo, a lei stava bene così. Dina la secondina, dunque, non disse nulla. Si limitò ad aggrottare la fronte e a gettare un’occhiata al quadrante dell’orologio. Poi uscì, lasciando la porta socchiusa.

Avete letto l'incipit di “Cetti Curfino”, un romanzo di Massimo Maugeri, pubblicato da La nave di Teseo, che è ben spiegato da una sola frase: è come un valzer tra due personaggi che cercano nella scrittura la propria verità.

(Complimenti a chi l'ha scritta).

Lui, Massimo Maugeri, è uno scrittore siciliano, giornalista, blogger (Letteratitudine) e conduttore radiofonico (che ha lo stesso nome del blog) di valore. Di libri e racconti Maugeri ne ha già scritti tanti. Ma con “Cetti Curfino” si ha la sensazione che abbia dato vita al suo libro più bello, più maturo.

È una storia affascinante e che fa male quella di “Cetti Curfino”.


Dopo le prime righe, ecco come prosegue il libro.
Ecco, insomma, “Cetti Curfino”.

Così adesso erano soli. Lui e lei.Tentò di sorriderle, ma gli riuscì male. O, se gli riuscì, non fu uno di quei sorrisi capaci di sortire effetti utili. Non è che ci fosse tensione in quella stanza. Non proprio, almeno. L’unica parola che gli venne in mente per definire quella specie di cappa emotiva che pareva aleggiare tra le quattro mura era… risentimento. Un risentimento perfetto, assoluto. Ecco. Quella donna era avvolta da un’aura di livore che metteva i brividi. In ogni caso si sforzò di mostrarsi sereno, o quantomeno disinvolto. Lei era seduta dall’altra parte del vetro divisorio, con il gomito destro sul bordo di un tavolino sgangherato e la mano che ciondolava inerte. Sembrava la mano di una morta. Era quella che aveva inferto il colpo? Oppure era stata l’altra, quella che adesso teneva poggiata sulla coscia? Gli articoli sui giornali non avevano mai precisato quel dettaglio. E non aveva ancora avuto modo di visionare con la dovuta attenzione gli atti processuali. Forse glielo avrebbe chiesto. Forse. Oppure no. Avrebbe valutato. Avrebbe formulato le domande sulla base della piega che avrebbe preso la discussione.La donna teneva le gambe incrociate l’una sull’altra, dentro jeans stretti e sgualciti lungo leLa donna teneva le gambe incrociate l’una sull’altra, dentro jeans stretti e sgualciti lungo le cuciture. Indossava una camicia bianca e aderente, sbottonata quel tanto che bastava per lasciare intravedere l’incavo tra i seni prosperosi. I capelli erano raccolti in una sorta di chignon improvvisato. Un paio di forcine fuoriuscivano dal grumo della chioma come antenne. Era bella, sì.Adesso che la vedeva per la prima volta dal vivo, e da vicino, poteva asserirlo con certezza. Era davvero molto bella. Una bellezza selvaggia, dura, di pietra. Una bellezza che, appunto, bloccava il respiro.

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Maugeri, ci racconti quello che puoi e quello che vuoi del libro?
La storia inizia con una visita in carcere: un giornalista giovane e spiantato, Andrea Coriano, vuole incontrare una detenuta, Cetti Curfino. Quando la vede resta colpito: è una donna prorompente, labbra carnose, occhi che rivelano abissi. Andrea sapeva di Cetti leggendo i giornali: una donna semplice, un marito che muore mentre lavora in nero, un figlio da sistemare e una lenta discesa nelle viscere di una società che sa essere molto crudele, con politici senza scrupoli e amici fedeli, confessioni improvvise, segreti infamanti, insomma un caso che ha fatto
molto parlare ma che adesso sta per essere archiviato, ingoiato da altri clamori. Il giornalista crede che la storia della donna vada raccontata e ora che se la trova lì, ferina, impastata di dialetto, dolore e femminilità, capisce di non essersi sbagliato.


Per parlare di Cetti Curfino ha inventato un co-protagonista. Un giornalista squattrinato. Ma non è solo uno stratagemma letterario: anche Andrea ha qualcosa da raccontare.
Sì, Andrea è un giovane giornalista squattrinato e un po’ imbranato. Decide di incontrare Cetti con
l’obiettivo di convincerla a raccontare le sue vicende in un libro, con l’intento di mettere in risalto le difficoltà e i soprusi che la donna ha dovuto subire. Un libro che, in un certo qual modo, avrebbe la funzione di riscattarla. La parola riscatto, peraltro, è importante anche per Andrea (che offre a Cetti la collaborazione per la scrittura del libro). Anche lui, in fondo, è alla ricerca di una sorta di riscatto sentimentale, personale e professionale che possa consentirgli - tra le altre cose - di liberarsi dell’affetto soffocante di zia Miriam (sorella della madre di Andrea, morta nel momento in cui lo ha partorito).

Maugeri, una spiegazione del libro in due minuti...
È una storia dei nostri giorni. La storia di una donna che - sopraffatta dalle avversità e
dai soprusi - si trova costretta, suo malgrado, a trasformarsi da vittima in carnefice; per poi ritrovarsi ancora una volta vittima. Ma questa è anche una storia che tratteggia tante altre problematiche di grande attualità: la “condizione femminile” e gli abusi sessuali, la vita in carcere, le cosiddette “morti bianche” e la sicurezza sul lavoro, la disoccupazione dilagante, la piaga delle slot machine illegali, i quartieri “a rischio” presenti all’interno di molte delle nostre città (non solonelle città del Sud).


Ci si innamora, almeno un po' di Cetti?, leggendo?
(Sorride, Massimo Maugeri).

Francesca Rivano

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