Sono sei vercellesi, tutti imparentati tra loro e già noti per altre "imprese" messe a segno in passato, i truffatori che si qualificavano come emissari della Curia e acquistavano prodotti di ogni genere senza pagare.
Una situazione che si trascinava da tempo e che aveva reso necessario un appello, rivolto dall'Arcidiocesi ai commercianti, a diffidare di qualsivoglia richiesta.
A porre fine ai raggiri i carabinieri della Stazione di Vercelli che, nei giorni scorsi, hanno denunciato S.P. 28enne, D.M. 30enne, la 25enne M.M., la 22enne V.M., la 57enne A.M. e la 32enne R.P., tutti residenti nel capoluogo e gravate da pregiudizi penali per reati contro il patrimonio, perché responsabili, in concorso tra loro, di truffa aggravata continuata e sostituzione di persona.
Come i protagonisti della commedia di Steno “Febbre da cavallo”, i sei, tutti appartenenti al medesimo nucleo familiare e noti agli investigatori perché dediti in particolare alla commissione di truffe, agivano contattando telefonicamente le loro vittime, generalmente titolari di esercizi pubblici cittadini e di un comune limitrofo: farmacie, bar, ristoranti, cartolerie e studi fotografici, presentandosi quali sacerdoti appartenenti alla Curia vercellese.
Carpita la buona fede dell’interlocutore, i malfattori richiedevano la prestazione di servizi quali la prenotazione di pasti presso ristoranti, la vendita di materiali per uso scolastico, di medicinali e la riproduzione di stampe fotografiche, che sarebbero stati successivamente pagati addebitandoli su un conto da presentare alla Curia Arcivescovile o attraverso un incaricato, che si sarebbe successivamente presentato per il saldo. In una occasione, addirittura, i malfattori avevano prenotato un pernottamento presso un “bed & breakfast” e ordinato una torta di compleanno in una nota pasticceria locale.
L’indagine, avviata nei primi giorni di ottobre, si è conclusa con la ricostruzione di ben sette colpi e il deferimento dei responsabili, identificati dagli investigatori e riconosciuti con certezza dalle vittime in sede di individuazione fotografica.
Soddisfazione per l’operato degli investigatori è stata espressa anche dalla Curia di Vercelli.