Cronaca - 25 novembre 2016, 10:26

Troppo alcol e farmaci: così i badanti soggiogavano e derubavano l'anziano malato

IN MENO DI TRE MESI SONO STATI SOTTRATTI E SPESI OLTRE 110 MILA EURO DI PROPRIETA' DELL'UOMO. E I DUE, INSIEME AD ALTRI COMPLICI, STAVANO PER METTERE LE MANI SU ALTRI 600 MILA EURO

I due badanti avevano anche nascosto in casa una pistola e dei proiettili rubati

Avevano "aggianciato" al bar un vercellese di 74 anni, affetto da cirrosi epatica, solo e benestante. Lo avevano convinto a prenderli in casa come badanti. Avevano addirittura trasferito la residenza nell'alloggio occupato dall'uomo.

Poi, somministrandogli alcol e farmaci, lo avevano di fatto soggiogato, convincendolo a concedere loro la delega per operare sul conto in banca, facendosi consegnare il suo bancomat (con il quale hanno effettuato cospicui prelievi di denaro), facendogli addirittura fare testamento a favore della figlia 26enne della donna.

Un'attività subdola, consumata all'interno di una casa e nel completo isolamento della vittima. Un'attività criminosa che ha permesso ai due di sottrarre all'anziano 110 mila euro in pochi mesi e di porre le basi per impossessarsi di altri 600 mila euro che l'uomo aveva depositato su un conto in Svizzera, stato in cui aveva lavorato.

A porre fine all'attività criminale, un'operazione condotta dai carabinieri della stazione di Vercelli, guidati dal maresciallo Pasqualino Putzolu: C.L, badante italiana di 54 anni, e il suo compagno albanese di 44, G.M. avevano coinvolto nella rete criminosa tutta la famiglia. La figlia 26enne era stata nominata erede universale dei beni dell'anziano; l'ex marito della donna si era spacciato per l'anziana vittima allo scopo di intessere rapporti con istituti di credito e promotori finanziari; la sorella e il cognato della badante si erano occupati di trovare un promotore finanziario compiacente per far rientrare il denaro depositato in Svizzera e per metterlo su un conto ad Avellino.

I due principali attori del piano criminale sono anche in finiti in galera per ricettazione e detenzione illegale di arma da fuoco, perché nel corso della perquisizione della loro casa è saltata fuori un'arma rubata in provincia di Pavia.

Nei guai anche il medico di famiglia dell'anziana vittima, G.C. 62 anni, indagato per favoreggiamento per aver parlato alla badante dell'inchiesta in cui era coinvolta, averle chiesto di non utilizzare il telefono in quanto probabilmente intercettato e averla rassicurata sulla sua disponibilità a rendere deposizioni a suo favore. E il promotore finanziario avellinese che si sarebbe prestato per far rientrare il denaro.

"Purtroppo i reati ai danni di persone sole e anziane si ripetono - ha detto il procuratore Paolo Tamponi -: invito tutti i cittadini a segnalazione anche solo i sospetti di aggressione alle persone anziane, sole, deboli. Per le fasce deboli il rischio di finire nelle mani di malintenzionati è veramente grande".

"Si è trattato di un'operazione difficile per il tipo di reato particolarmente odioso - ha sottolineato il colonnello Cosimo Picciolo, comandante provinciale dell'Arma -: l'inchiesta è stata portata avanti dalla stazione carabinieri di Vercelli attraverso indagini e intercettazioni e coordinata dal sostituto procuratore Davide Pretti".

Ora l'anziano è al sicuro: le persone che volevano impossessarsi del suo denaro non lo possono più avvicinare e un curatore si occuperà di fare i suoi interessi.

"E' stato toccante - ha concluso Putzolu - quando l'anziana vittima ci ha ringraziato per averlo salvato da questi mostri. Nelle intercettazioni bandante e convivere parlavano persino di quanto alcol e farmaci somministrargli per soggiogarlo senza rischiare che morisse. Ecco che persone questo pover'uomo si era portato in casa".

redaz