Colpita in un eccesso di rabbia: prima a mani nude e poi con un corpo contundente. Sarebbe morta così Franca Ranghino, 81 anni, uccisa nella sua casa di via Walter Manzone, al rione Canadà.
Per il delitto, la Procura ha disposto il fermo di Cristina Carenzo, 45 anni, figlia della vittima. Sarebbe stata lei, che i vicini sentivano spesso litigare con la madre, a infierire sull'anziana lasciandola senza vita, nel corridoio d'ingresso della villetta gialla, bella e curata, posta in una stradina tranquilla di una zona residenziale. La porta d'ingresso, come il resto della casa, non presentava segni di effrazione.
Saranno gli accertamenti della scientifica e del medico legale a dire quando la donna sia stata uccisa: alcuni vicini hanno riferito alle forze dell'ordine di aver sentito grida provenire dalla casa nella serata di mercoledì, ma di averle attribuite a uno dei frequenti litigi tra le due donne che, da qualche anno condividevano la casa: la madre rimasta vedova dopo la morte del marito Luciano Carenzo, e la figlia rimasta sola dopo la fine del matrimonio e dopo un periodo di difficoltà che l'aveva portata a lasciare l'attività di commercialista svolta nell'ufficio aperto dal padre.
Le indagini, condotte dal sostituto procuratore Serafina Aceto e dagli uomini della squadra mobile guidati da Sergio Papulino, dovranno anche chiarire cosa sia successo nella notte mercoledì e nelle prime ore della mattinata di giovedì, quando la figlia ha chiamato il medico di famiglia chiedendo aiuto e facendo così partire l'indagine. La donna ha trascorso la notte nel carcere di Billiemme: oggi verranno disposte l'autopsia e l'udienza per la convalida dell'arresto.