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Cronaca | 11 febbraio 2020, 11:00

"Dammi i soldi, se no uso la pistola". Tormenta lo zio e si fa consegnare 26mila euro in un anno

Condanna a 5 anni e 6 mesi per un giovane accusato di estorsione

"Dammi i soldi, se no uso la pistola". Tormenta lo zio e si fa consegnare 26mila euro in un anno

Chiedeva soldi allo zio accampando scuse di ogni genere e, se quest'ultimo si rifiutava di aiutarlo, il nipote iniziava a metterlo sotto pressione lasciandosi andare a crisi di ira incontrollata, spaventandolo e, secondo quanto raccontato dall'uomo, una volta minacciandolo anche con un'arma. Un comportamento che è costato, a un 28enne, una condanna a 5 anni e 6 mesi di carcere con l'accusa di estorsione.

Le continue pressioni del nipote avevano reso impossibile la vita dello zio, un pensionato 65enne residente in un centro della provincia: l'uomo ha rischiato di vedere la propria vita finire in frantumi perché, per assecondare le richieste sempre più esose del giovane, aveva prosciugato il proprio conto e si era anche indebitato, aprendo due finanziamenti dei quali aveva tenuto la moglie all'oscuro. Alla fine, esasperato e senza soldi, non ce l'ha fatta più ed è andato dai carabinieri a raccontare il dramma che stava vivendo.

"Dovevo prendere farmaci per dormire, avevo paura a uscire di casa perché sapevo che lo avrei trovato lì, a chiedere soldi. Sobbalzavo ogni volta che suonava il telefono", ha raccontato l'uomo davanti al Tribunale dove il nipote è finito a processo.

Secondo quanto il pensionato ha raccontato al giudice Enrica Bertolotto, il nipote chiedeva anche 600 o 700 euro la settimana: in un'occasione aveva raccontato di essere malato di tumore e di aver bisogno di denaro per le cure. Altre volte aveva fatto riferimento a spese per la figlia piccola, altre volte ancora a denaro che doveva essere versato per ripianare prestiti. Scuse continue. E se lo zio si rifiutava di versare quanto richiesto, il giovane lo pressava, in modo insistente e minaccioso. "Passava sotto casa mia di prima mattina - ha raccontato l'uomo - mi telefonava anche alle 5 del mattino dandomi appuntamento al cimitero del paese per consegnargli i soldi e lui arrivava sempre accompagnato da persone diverse, brutti ceffi. Lui era spesso ubriaco o forse sotto l'effetto di sostanze. Se io dicevo di non avere il denaro, lui ribatteva di avere un'arma e diceva che l'avrebbe usata".

Alla fine, in meno di un anno, l'uomo consegna al giovane oltre 26mila euro: "Quando mia moglie ha scoperto che avevo prosciugato il conto e fatto anche debiti - ha aggiunto - voleva lasciarmi. Ho rischiato di perdere tutto, anche la famiglia. Lui mi ha rovinato la vita".

Il giovane imputato, che si è presentato solo all'ultima udienza per rendere dichiarazioni spontanee, ha detto di non aver mai voluto spaventare lo zio e di non aver mai posseduto un'arma, ma ha ammesso di avergli chiesto denaro perché si trovava in una situazione di estremo bisogno e difficoltà. L'uomo si è anche detto pronto a risarcire, poco per volta, il danno.

Parole che non hanno modificato però l'esito del processo: la sentenza emessa dal giudice ha riconosciuto l'imputato responsabile del reato di estorsione. Il 28enne è stato condannato a 5 anni e 6 mesi con il pagamento di tutte le spese. Nei confronti dello zio è stata anche riconosciuta una provvisionale di 26mila e 100 euro.

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