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Cronaca | 31 gennaio 2020, 09:03

Spacciava "fumo" ai ragazzini: gli ordini viaggiavano via WhatsApp

A processo un giovanissimo egiziano, accusato di aver messo in piedi un giro che coinvolgeva studenti spesso minorenni. Nella chat c'era tutto l'elenco dei clienti

Spacciava "fumo" ai ragazzini: gli ordini viaggiavano via WhatsApp

Aveva messo in piedi un giro di spaccio trovandosi come clienti ragazzini molto giovani, a volte di solo 15 o 16 anni che, all'uscita da scuola, si fermavano “a farsi una canna” in un parchetto di Gattinara.

Gli ordini viaggiavano via messanger o via WhatsApp, attraverso una chat creata dai ragazzi. Chi voleva un po' di fumo, inviava messaggi usando un codice molto elementare: “Ci vediamo 5 minuti?” per dire che voleva comprare 5 euro di marijuana o di hashish oppure “Troviamoci tra 10 minuti” per indicare un acquisto da 10 euro. Oppure ancora “portami del cioccolato” per indicare hashish.

Pratico, forse, ma di certo un po' ingenuo. Quando i carabinieri, nel corso di un controllo, hanno fermato tre giovani trovandone uno in possesso di un po' di droga, è bastato controllare il suo cellulare per far saltare il giro. Uno dopo l'altro gli intestatari dei numeri telefonici della chat sono stati chiamati in caserma e la rete di spaccio è venuta alla luce.

Al centro c'era un giovanissimo egiziano, classe 1999 e tre alias, arrivato nel vercellese come richiedente asilo e ospitato per un certo periodo al Centro di accoglienza straordinaria di Gattinara.

“Momo”, come tutti lo conoscevano, si era anche trovato un lavoretto da un kebabbaro e, tra gli studenti, era molto noto. “Si sapeva che lui aveva sempre da fumare e chi voleva una canna si rivolgeva a lui” ha raccontato giovedì in tribunale uno degli ex clienti, chiamato a deporre nel processo che vede l'egiziano imputato per spaccio. Tutte micro cessioni – da 5, 10 euro, 30 euro in un'occasione – ripetute nel tempo. In aula, al processo contro “Momo”, sono stati chiamati tutti i ragazzi sentiti dai Carabinieri di Gattinara nel corso dell'indagine: una decina quelli presenti giovedì. Uno è ancora minorenne, qualcuno arriva accompagnato da genitori visibilmente preoccupati. Quasi tutti, dopo aver confermato ciò che avevano già raccontato alle forze dell'ordine dicono di aver smesso di farsi le canne, uno racconta che anche “Momo”, certe volte si fermava con lui a fumare.

Deposizioni molto simili l'una all'altra quelle rese dai ragazzi al collegio, tanto che accusa e difesa si accordano per rinunciare ai prossimi testi. Nel frattempo di “Momo” - che all'epoca dell'indagine aveva avuto una misura cautelare e si era visto revocare dal Prefetto lo status di richiedente asilo – ha fatto perdere le proprie tracce e quindi non verrà sentito: si torna in aula tra qualche settimana per la discussione.

redaz

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