Fulvio Bodo: l'ultimo commosso saluto

Amici, parenti, politici, autorità: c’è calca alla Soms, venerdì mattina, per l’ultimo saluto a Fulvio Bodo.

La moglie, Roswitha Flaibani, accanto alla bara, saluta e ringrazia. Poi, quando è l’ora delle testimonianze, ascolta in silenzio. Preferisce che a parlare siano i figli. Negli ultimi anni della sua vita l’ex sindaco di Vercelli (tanto amato quanto discusso) ha vissuto per loro.

Federico Bodo è il primo a parlare.

«Papà mi ha insegnato che le persone nella vita si allontanano, oppure si avvicinano. Poi ci sono persone che allontanano, oppure che avvicinano. E infine ci sono persone fanno da fulcro: ecco tante gente presente, qui oggi, è la testimonianza che papà è stato un punto di riferimento per tanti. Ogni volta che apriva bocca mi insegnava qualcosa. Non ho la forza di dire altro, grazie.»

Giulia Bodo: «Papà ci ha insegnato che possiamo cambiare quello che non ci piace. Ma al di là del personaggio politico, papà mi ha insegnato il valore dell’amicizia, e quindi io ringrazio le persone che gli sono state vicine anche quando tutti gli voltavano le spalle».

Mentre i figli parlano, in sottofondo, alcune canzoni (“… mi manchi”, “… cinque minuti per noi”)

«Papà mi ha trasmesso l’amore per la musica; quelle che state ascoltando sono le sue canzoni preferite» ha spiegato Giulia.

L’ultimo familiare che prende la parola (poi parleranno amici e politici e giornalisti) è Massimo, il primogenito, nato dal primo matrimonio. «Ricordo che tornava dalla fabbrica e mi portava a caccia. Lui, che aveva fatto solo la quinta elementare, prima si impegnò nel sindacato, poi si iscrisse alle scuole serali, e infine, dopo aver aderito al Partito socialista, nel 1975 divenne assessore… e il resto lo sapete già».