Un tavolo strategico su Saluggia e sul comprensorio Sorin per evitare l'effetto domino. Ovvero per evitare che la decisione di LivaNova di trasferire all'estero la produzione delle valvole cardiache biologiche possa rappresentare il primo tassello per smontare l'intero complesso, trascinandosi dietro altri 400 posti di lavoro. A proporre il tavolo strategico è il sindaco di Crescentino, Vittorio Ferrero, attraverso una lettera aperta indirizzata ai colleghi del territorio, ai rappresentanti della Regione e ai parlamentari.
"L’economia della dei nostri territori, in particolare di Saluggia e Crescentino, si regge moltissimo sull’impatto produttivo e occupazionale del Comprensorio Sorin, nel quale lavorano, oggi, circa 2000 persone (1500 direttamente assunte dalle diverse aziende e 500 legate all’indotto) - spiega Ferrero - La decisione di LivaNova di spostare in Canada la produzione delle valvole cardiache biologiche getta un’ombra buia sulla tenuta di questo sistema economico. Non si tratta solo degli 83 esuberi annunciati ma anche delle ripercussioni che temo potranno avvenire nel medio - lungo periodo sia all’interno della stessa LivaNova sia in altre aziende delComprensorio. Se oggi decidono di delocalizzare l’unica parte produttiva che, a detta dell’azienda, funziona ed è commercialmente appetibile, domani che cosa succede, ci dobbiamo aspettare altri drastici ridimensionamenti? Non possiamo permettere che 83 persone siano lasciate a casa e che un sito produttivo di così grande valore per la nostra economia locale abbia prospettive così nefaste".
Venerdì 22 novembre molti sindaci del territorio, consiglieri, assessori regionali ed esponenti politici di tutti i livelli si si sono uniti presidio dei lavoratori fuori dai cancelli aziendali.
"La disperazione e la drammaticità della situazione sono davvero preoccupanti - commenta Ferrero - ora però dalla protesta dobbiamo passare alla proposta. Sono a conoscenza del lavoro che tutti gli attori istituzionali, Regione Piemonte e Prefettura diVercelli, stanno facendo per l’apertura dei Tavoli di Crisi. Sarebbe auspicabile, però, la convocazione di un Tavolo di crisi presso il Ministero dello Sviluppo Economico così da portare al più alto livello possibile il dialogo con l’azienda. Ciò con la speranza che possa essere rivisto il piano aziendale e, magari, bloccata l’idea di delocalizzazione della produzione delle valvole biologiche. In contemporanea, però, dobbiamo lavorare insieme per la creazione di un tavolo strategico per il Comprensorio di Saluggia".