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Cronaca | 19 novembre 2019, 07:08

Atti persecutori contro i familiari: a giudizio la vercellese che uccise la madre

I fatti risalgono agli anni precedenti l'omicidio del Canadà

Atti persecutori contro i familiari: a giudizio la vercellese che uccise la madre

Nel 2018 era stata condannata a 16 anni di carcere per l'omicidio volontario della madre, Franca Ranghino, picchiata a morte nella sua casa al rione Canadà.

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Lunedì per Cristina Carenzo, ex commercialista vercellese, si è aperto un nuovo processo: l'accusa è di aver commesso atti persecutori, inviando messaggi ripetuti e minacciosi, all'ex marito e alla figlia. E assumendo comportamenti tali da averli spinti a temere per la propria sicurezza fino al punto di decidere di trasferirsi lontano da Vercelli.

Fatti risalenti agli anni precedenti il delitto e che avevano originato più denunce da parte dei familiari della vercellese, confluiti negli atti di questo procedimento. Alla donna, le perizie psichiatriche successive al delitto, hanno riconosciuto un disturbo paranoide della personalità che, tuttavia, secondo lo psichiatra che seguendo la vercellese detenuta dai giorni del delitto, non influirebbe sula possibilità di restare a giudizio. Si torna in aula a dicembre.

 

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