Una luce a tratti accecante, un uomo trasandato vestito di bianco, un braccio metallico, uno specchio, un quadrato di mattoni grezzi bianchi, una musica disturbante. Questi sono gli elementi del secondo spettacolo della stagione teatrale 2019/2020 dell’Officina Anacoleti, “Lo straniero – un funerale”, una produzione Teatro I, con la regia di Renzo Martinelli, in scena l’attore Woody Neri, sul palco di corso De Gregori 28 venerdì 22 novembre alle 21.
L’opera, liberamente tratta dal romanzo omonimo di Albert Camus e riscritta per la scena da Francesca Garolla, si presenta sin da subito come un interrogatorio introspettivo, gli spettatori vengono coinvolti immediatamente in un vortice di domande scomode, a volte crudeli, che il protagonista pone.
"A questo servono gli altri, a dirci quello che non sappiamo. Voi siete qui per questo". Queste sono le prime battute dell’attore Woody Neri che passa, per tutta la durata dello spettacolo, dall’essere il noto signor Meursault, l’assassino protagonista dell’opera di Camus, all’essere un semplice osservatore esterno, proprio come il pubblico, desideroso di conoscere i lati più misteriosi e oscuri dell’umanità. Pochissime sono le parole dell’autore, tante sono le domande che vengono poste. Perché dovrebbe interessarci la morte di un arabo a noi sconosciuto? Quale effetto può avere la storia di un assassino sulla nostra? Soprattutto… che significato ha per noi oggi la morte di uno straniero? Quanto veramente rimaniamo sconvolti per la morte di una persona che fino al giorno prima per noi nemmeno esisteva?
Lo spettatore viene sottoposto in modo crudo e aggressivo a queste domande senza risposta, ritrovandosi faccia a faccia con il protagonista che rompe la quarta parete, nessuno è al sicuro, nessuno è spettatore, tutti vivono questo spettacolo, questa spietata partita tra l’attore e lo spettatore, tra l’attore e il regista, anch’egli sempre presente in scena. Un omicidio, un uomo qualunque che diventa assassino, una vittima anonima e il sole, debole movente della follia umana - questi sono i protagonisti di una storia sempre attuale.
Il funerale del titolo non è quello della famosa apertura dell’opera di Camus, non si tratta del funerale della madre di Meursault, incapace di versare anche solo una lacrima. Il funerale del titolo è quello dell’umanità, della società che rimane indifferente alla morte degli “altri”, degli “stranieri”.
L'appuntamento è venerdì 22 novembre alle ore 21 all'Officina di corso De Gregori 28: biglietto intero 12 euro, ridotto 10 Prenotazione consigliata ai seguenti recapiti 335.5750907 www.anacoleti.org spettacoli@anacoleti.org www.facebook.com/anacoleti.teatro