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Attualità | 13 novembre 2019, 16:03

Coldiretti contro Linea Verde: "Inaccettabile lo spot a favore del grano canadese"

I presidenti di Vercelli e Biella: "Invece di tutelare il prodotto simbolo del made in Italy, si promuovono prodotti trattati con il glifosato che, da noi, è vietato"

Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli e Biella

Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli e Biella

Non si placano le polemiche dopo quanto mandato in onda da RaiUno domenica scorsa durante la trasmissione Linea Verde in cui è stata mostrata pasta svizzera fatta con grano canadese. Anche Coldiretti Novara – Vco e Vercelli – Biella si uniscono alla denuncia per la puntata di Linea Verde andata in onda domenica 10 novembre dalla Valposchiavo, "che tradisce - si legge in una nota dell'associazione di categoria - l’impegno quotidiano e le tante battaglie portati avanti dalla Rai e dalla Rete ammiraglia in favore della produzioni Made in Italy".

“E’ inaccettabile che una trasmissione del servizio pubblico Rai dedicata all’agricoltura e al cibo italiani si trasformi in uno spot a favore di questi prodotti - spiegano Sara Baudo e Paolo Dellarole, rispettivamente presidenti di Coldiretti Novara – Vco e Vercelli – Biella -. In Canada il grano può essere trattato con l’erbicida glifosato prima della raccolta, modalità in Italia è esplicitamente vietata. Uno dei servizi della trasmissione dedicato a un mulino industriale ha finito per rappresentare una vera e propria campagna promozionale per un tipo particolare di pasta fatta in Svizzera con grano importato dal Canada, per ammissione del titolare dello stabilimento. Un insulto al prodotto simbolo del Made in Italy, giustificato nel servizio addirittura dalla falsa pretesa che il grano straniero sarebbe di maggiore qualità".

Secondo Coldiretti, invece, "Occorre difendere e promuovere le realtà produttive nazionali e locali, in una situazione in cui negli ultimi dieci anni – continuano i due presidenti - è scomparso in Italia un campo di grano su cinque con la perdita di posti di lavoro e il rischio concreto della desertificazione, che lascia il campo libero al degrado e al dissesto idrogeologico”.

redaz

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