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Spettacoli | 29 giugno 2019, 12:42

Lorenzo Bovitutti alla Ducale Lab

PER IL QUARTO CONCERTO-APERITIVO DELLA RASSEGNA GIOVANILE, UN PROGRAMMA SPECIALE E UN PIANISTA DAL CURRICULUM STRAORDINARIO

Un momento del recital

Un momento del recital

È stato uno di quei recital che avrebbe saputo rapire gli ascoltatori fino all’ultima nota anche se fosse durato ore e ore, quello di Lorenzo Bovitutti, andato in scena venerdì 28 giugno al museo Leone per la rassegna Ducale Lab.

È stato un peccato che il pomeriggio rovente abbia fatto desistere qualche ascoltatore perché l’appuntamento aveva tutte le carte in regola per fare il tutto esaurito: un programma di grande effetto e un giovane interprete di prim’ordine (non nuovo al pubblico di affezionati perché ospite della rassegna giovanile organizzata dalla Camerata Ducale già nel 2017).

Tre perle, quelle proposte (con una piccola variazione di programma), per l’occasione. In apertura le Vision fugitives op. 22 di Prokof’ev: venti brevissimi pezzi che il pianista ha invitato a esplorare come venti pianeti di una galassia altra dalla nostra. Venti intuizioni, venti idee improvvise e repentine che portano la traccia caotica e allo stesso tempo innovativa degli anni che le hanno viste nascere, nel pieno della Prima Guerra Mondiale.  Poi Listz con Invocation, un brano dalle suggestioni contrastanti, per chiudere con una magistrale interpretazione della trascrizione (sempre listziana) di un brano orchestrale, il primo tempo della Sinfonia n. 2 di Beethoven. Come bis Le tombeau de Monsieru de Blancrocher di Luis Couperin, accompagnato dall’aneddoto sulla sua composizione in occasione della morte improvvisa del celebre liutista francese Charle Fleury de Blancrocher, a causa di una caduta dalle scale.

Un programma vasto, insomma, che ha spazia dal barocco al ‘900 e richiede equilibrio tra virtuosismo e sensibilità, ma anche (nel caso di Beethoven) tra solismo e resa dell’effetto orchestrale.

Ma Lorenzo Bovitutti, classe 1993, non stupisce solo per la maturità dell’interpretazione e la grande forza comunicativa che trasmette quando è seduto alla tastiera o quando racconta con genuina passione la sua musica al pubblico. Anche il suo percorso personale è fonte di sorprese. Si definisce infatti un lettore vorace: forse non la prima cosa che ci si aspetta di trovare nel curriculum di un pianista, abituati come siamo ormai alla parcellizzazione dei saperi. Non solo. Quando, all’inizio del concerto si presenta rispondendo alla domanda su quale sia il libro che più l’ha influenzato, risponde “Se dovessi salvare un libro su tutti, sarebbe l’Enchiridion di Epitteto”, un manuale con cui affrontare la vita, dice, ma anche la musica.

Altra nota biografica che non passa inosservata è l’impegno come fondatore e direttore artistico di “Donatori di musica – Gallarate”: una stagione di beneficenza organizzata nella sua città natale in cui grandi artisti nazionali sono invitati a esibirsi per i malati terminali.

Lorenzo attualmente si divide tra gli studi di specializzazione a Bruxelles, dove vive ed è Artist in Residence presso la Chapelle Musicale Reine Elisabeth, e i frequenti rientri in Italia dove si esibisce regolarmente.

Simona Matraxia

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