Economia - 04 giugno 2019, 08:00

Quali sono i giochi di carte più amati in Piemonte ed Italia

Per le carte si usano i mazzi diffusi anche nelle altre regioni italiane, con quattro semi: coppe, "dinè", "fiuri" e picche

Quali sono i giochi di carte più amati in Piemonte ed Italia

L’Italia ha una lunga tradizione per quanto riguarda i giochi di carte. In alcune regioni come il Piemonte e la Campania, infatti, ancora oggi grandi e piccini si sfidano con diversi giochi. Nelle osterie si giocava soprattutto a carte o alla morra. Per le carte si usano i mazzi diffusi anche nelle altre regioni italiane, con quattro semi: coppe, dinè, fiuri e picche. "I più diffusi giochi di carte erano il tresette, la briscola e la scopa. Col tempo anche il burraco ha conquistato terreno.

Questo che stiamo vivendo, infatti, è il momento del burraco, più pop e democratico del Bridge, più semplice della Canasta, simile alla Pinnacola, è fra gli skillgame (definizione su cui non tutti concordano) più diffusi al mondo. Un fenomeno sociale che coinvolge burrachisti in ogni continente. In Italia i giocatori sono almeno 3 milioni. Di più quelli virtuali. Pescare, scartare, calare, attaccare. Mettere 7 carte in sequenza per una scala: è burraco “puro” se la scala è dello stesso seme, “impuro” se composta con l’aiuto di un jolly o di una pinella, il 2. Oppure comporre varie combinazioni di tris. Di cuori, quadri, fiori, picche. In Versilia come in Salento, nel salotto di casa o sotto l’ombrellone. In montagna o alle terme. Per un torneo federale o una partita fra amici. L’obiettivo è “chiudere” rimanendo senza carte in mano.

 

Questo gioco arriva dal Sud America e sbarca in Italia negli anni ’80. Ora è una passione trasversale, che riguarda soprattutto le donne. Le giocatrici sono il 68%, ma aumentano i giovani e anche gli uomini. Chi lo pratica assicura che faccia bene alla mente (potenzia l’attività cognitiva) e alle relazioni sociali. Il tavolo implica il rispetto del partner e degli avversari, la discrezione, il saper vincere e perdere con stile, una certa carica agonistica coniugata con la buona educazione.

Con l’avvento delle nuove tecnologie questi giochi si sono spostati sul web. Oltre al burraco, infatti, grande successo sta avendo il blackjack che ha anche una versione online come il BlackJack di NetBet.

Questo gioco nasce in Francia nel XVII secolo, con il nome di “Ving-et-un” (cioè esattamente il numero 21 in francese). Successivamente il gioco di carte ebbe un successo tale che fu anche esportato negli Stati Uniti e da allora venne rinominato come Blackjack che significa, in inglese, Fante Nero.

Il punto principale da comprendere è che dovremmo avere in mano un valore vicino al 21, per vincere al black jack, più grande di quello del dealer o croupier, cioè colui che si occupa di servirti al tavolo, e senza superare il 21, altrimenti in gergo si dice che “sballiamo”, ed il nostro punteggio diminuirà.

Le regole del gioco del Blackjack prevede che si giochi generalmente con due mazzi di carte francesi, quindi avremo un totale complessivo di 104 carte. I semi (picche, quadri, cuori, fiori)  non hanno alcuna influenza, né garantiscono . Significa che nel momento in cui si va a contare il punteggio ciò che vale è la sola garanzia aritmetica. Cioè il calcolo delle somma del valore delle carte.

La Briscola

Altro gioco di enorme successo è la briscola. Le origini di questo popolarissimo gioco risalgono al '500, nei Paesi Bassi. In questa fase però questo gioco era totalmente diverso da come lo conosciamo noi oggi. Fu solo dopo l’importazione dal gioco nel nostro paese da parte dei francesi che gli italiani lo modificarono così tanto da cambiarlo completamente, con tante nuove regole e con le nostre carte. È per questo che la briscola non è considerata un gioco olandese, ma bensì italiano. Ovviamente, il gioco venne successivamente modificato numerose volte, a seconda della zona geografica, portando alla nascita di tutte le note varianti che oggi conosciamo: briscola Semplice, briscola il Due, briscola Pazza, briscola a 31.

La Scopa

La storia della Scopa è avvolta nel mistero. Si pensa che il più antico antenato della Scopa fosse un gioco di carte spagnolo praticato intorno al 400 chiamato “Escoba”. Un’altra ipotesi potrebbe essere quello per cui la Scopa tragga origine da due giochi iberici chiamati Primera e Scarabucion.

Quello che sappiamo di certo è che il primo accenno al gioco sia stato fatto in un’opera uscita a Milano nel 700, dove comparve per la prima volta il testo latino sullo scopone, attribuito a un fantomatico monaco o prete partenopeo.

Nel secolo successivo però non si hanno più informazioni sulla Scopa fino ad arrivare al 1855, quando uscì il primo manuale sullo Scopone, scritto da un Antonio Capecelatro, alto funzionario statale e direttore di giornale.

 

 

 

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