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In Breve

| 09 maggio 2019, 19:58

Il voto a San Vittore e la corsa di Asigliano

TRADIZIONI E LEGGENDE CHE GOVERNANO LA STORICA MANIFESTAZIONE

Il voto a San Vittore e la corsa di Asigliano

Fu per chiedere la fine di un'epidemia di peste che gli asiglianesi chiesero la grazia a San Vittore, promettendogli, pur di riavere la salute, di far correre gli animali più lenti, i buoi, in segno di gioia e gratitudine. Era il 1436 e il Santo, secondo la tradizione, esaudì le preghiere, fermando il diffondersi della malattia. I primi documenti storici sulla corsa risalgono tuttavia a due secoli dopo, così come i riferimenti contenuti nell’archivio parrocchiale asiglianese in una relazione fatta dal don Francesco Bernardino Lanino nel 1770, che parla di una corsa con quattro carri carichi di pane, tirati da buoi e descrive quello che, nella sostanza, la manifestazione è rimasta anche oggi.

Nel corso dei secoli, sono state pochissime le volte in cui il voto non è stato sciolto: in una testimonianza del 5 maggio del 1846, il sindaco dell'epoca propose la sospensione della Festa patronale per la mobilitazione di militari per il disimpegno di vari servizi pubblici d’urgenza. Motivi analoghi anche negli anni 1859 e 1862. Ma, narrano le leggende, negli anni in cui il voto non venne sciolto, si sentivano nella nottenrumori di carri lanciati a briglia sciolta lungo il selciato vicino alla chiesa votiva mentre saette di fuoco scaturivano dallo scalpitio degli zoccoli senza che nessun animale corresse sulla strada. Insomma: il voto è un voto e come tale va rispettato. Con tutto il suo carico di storia e tradizioni. 

Così sarà anche nel 2019: secondo il collaudato copione sabato alle 12, è previsto l’incanto dei carri che daranno vita, di domenica, alla Corsa dei Buoi per lo scioglimento del voto.

E la seconda domenica di maggio, allo scoccare delle 12, la tradizione in onore di San Vittore si ripete. Puntuale come avviene da secoli.

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