Con una messa al Sant'Andrea e con una cerimonia al Piccolo Studio (forniremo poi tutti i particolari) il primo marzo verrà commemorato Renato Ranghino, a cento anni dalla nascita.
Renato Ranghino è morto nel dicembre del 2014.
«Vercelli ha perso della sua storia» scrisse, nell'occasione, La Stampa.
Renato Ranghino, in effetti, era un personaggio. In primo luogo perché, poco più che ventenne, aveva preso parte alla battaglia di El Alamein.
(Non a caso la cerimonia è stata voluta dalle associazioni Combattentistiche e d'arma).
Renato Ranghino, oltre a ricprire incarichi importanti nella Democrazia cristiana, si era occupato soprattutto di Sport: presidente della Libertas pallavolo, del Panathlon, dei Veterani dello Sport.
Tutto questo è noto.
E' anche noto, ma forse non abbastanza, che Renato Ranghino fosse una persona buona e generosa.
«E questa sua generosità la teneva nascosta, non se ne vantava mai» ricorda il luogotenente Salvatore Trapani, presidente dell'Associazione carabinieri.
(Per questo motivo, nell'ultimo anno in cui diressi La Sesia lo segnalai per il Premio di Bontà, che la commissione gli assegnò. Era giusto così).