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Politica | 12 dicembre 2018, 02:39

Scheda, prima uscita da candidato sindaco: «Darò battaglia, a modo mio»

«NON MI SENTIRETE CRITICARE, MI SENTIRETE PROPORRE». «IL DRAMMA PIU' GRANDE: L'ASSISTENZA A CHI SOFFRE»

Scheda, prima uscita da candidato sindaco: «Darò battaglia, a modo mio»

La prima frase è una battuta (o forse no, sa che qualcuno va dicendo che lui è troppo vecchio).

«Gli esperti han detto che fino a 75 anni si è giovani. Diciamo che io, allora, sono meno giovane, dal momento che ho 76 anni».

L'ultima frase è una spiegazione commossa: «Vivo in questa città da quando avevo quattro anni, adesso, io a questa città voglio restituire quello che ricevuto. Se sono arrivato a importanti incarichi nazionali io lo debbo al sostegno che ho ricevuto dai vercellesi».

E in effetti il curriculum di Roberto Scheda è tanto noto quanto ricco di incarichi prestigiosi. Assessore a soli 26 anni, senatore della Repubblica, presidente della Cassa di Risparmio di Vercelli poi vice presidente dell’Istituto Centrale delle Casse di Risparmio Italiane, assessore nella Giunta Corsaro.

Siamo al Modo Hotel, aula congressi, martedì 11 dicembre. È la prima uscita dell'avvocato Scheda come candidato sindaco. Il pubblico, per lo più maschile, è variegato. Simpatizzanti del centrodestra, dipendenti comunali ma soprattutto tanti amici suoi, di sempre. Che lo commuovono.
Punta tutto su di loro, Scheda.

«Non avremo il sostegno dei partiti? Bisogna vedere che peso avranno i partiti alle amministrative» dice un suo sostenitore.

Accanto a Scheda, al tavolo dei relatori ci sono Enrico Demaria (ex candidato sindaco, ma nelle vesti di moderatore) e Maurizio Randazzo (di Vercelli Amica, che si è battuto per Emodinamica), il responsabile della Medicina Legale dell’Asl di Novara (e già direttore generale di Biella) Gianfranco Zulian e il primario di ostetricia e ginecologia Nicoletta Vendola (che ha raccontato i suoi 10 anni di primariato e di amarezze al Sant'Andrea).

Dopo aver ascoltato gli interventi di Zulian e Vendola, Scheda ha detto «che sulla sanità un sindaco deve stare in mezzo alla gente ma deve poi confrontarsi con i tecnici». Nessun cenno polemico, ha poi precisato. «Non mi sentirete mai criticare questa amministrazione, anzi non mi sentirete mai criticare: sono e siamo qui per fare proposte, cominciando appunto dal tema-sanità che riguarda maggiormente le fasce deboli».

Una battaglia, questa, che Scheda ha combattuto più volte. Masticando amaro, a volte. «Da assessore, inventai l'assistenza domiciliare con una convenzione con le Piccole Serve. E cercai di battermi per una casa di riposo più vivibile, senza più stanzoni, ma con camere a due letti. Quando però vidi che non avevo il sostegno necessario per portare avanti queste mie battaglie rassegnai le dimissioni. Sembra che il tempo si sia fermato ad allora. Oggi il dramma più grande è questo: persone che devono dedicare la loro esistenza a prendersi cura di una persona cara, che ha bisogno di essere accudita, nell'indifferenza delle istituzioni. Il mio impegno partirà da questo».

PS Nel video, il primo minuto dell'intervento dell'avvocato Scheda.



rb

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