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Attualità | 25 novembre 2018, 18:34

Cellulari pericolosi come l'amianto?

GODIO. IMPORTANTE TRASMISSIONE LUNEDI' SU REPORT, MA E' IMPORTANTE CHE SI INTERVENGA ANCHE A LIVELLO LOCALE - E IN FRANCIA SONO STATI RITIRATE DUE MARCHE DI TELEFONINI: EMISSIONI ECCESSIVE

Cellulari pericolosi come l'amianto?

A proposito di inquinamento elettromagnetico, segnalo la trasmissione

ONDA SU ONDA – Report Lunedì 26 novembre ore 21.15 Rai3

Auto che si guidano da sole, droni che consentono di capire quando è ora di irrigare e avviare servizi di emergenza in caso di terremoto. Sono solo alcuni degli esempi dell’Internet of things, la rete di quinta generazione che stiamo già sperimentando anche in Italia. Mentre la tecnologia procede spedita verso le nuove frontiere, la scienza, invece, mette in luce alcuni rischi connessi all’uso dei cellulari. Quest’anno, infatti, si sono conclusi due importanti studi scientifici portati avanti da un prestigioso ente di ricerca pubblico americano e da un centro privato italiano. Entrambi gli studi hanno analizzato l'esposizione dei ratti alle radiofrequenze e, seppure uno studio si sia concentrato sulle radiazioni emesse dai cellulari e l'altro su quelle delle antenne, i risultati sono molto simili. Ma che valori emette un telefono cellulare mentre è in funzione? E, soprattutto, chi ha deciso quali sono i limiti di esposizione per la popolazione?

Intanto, in Francia scoppia lo scandalo ‘Phonegate’:  due modelli di cellulare sono stati ritirati dal mercato perché le emissioni superavano le soglie stabilite dalla legge. E in Italia? Chi controlla su emissioni e cellulari?

Nella trasmissione, ci sarà anche l’intervista a Fiorella Belpoggi, direttrice della ricerca dell'Istituto Ramazzini di Bologna, di cui segnalo alcune dichiarazioni:

“Il nostro studio conferma e rafforza i risultati del National Toxicologic Program americano; non può infatti essere dovuta al caso l’osservazione di un aumento dello stesso tipo di tumori, peraltro rari, a migliaia di chilometri di distanza, in ratti dello stesso ceppo trattati con le stesse radiofrequenze. Sulla base dei risultati comuni, riteniamo che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) debba rivedere la classificazione delle radiofrequenze, finora ritenute possibili cancerogeni, per definirle probabili cancerogeni.”.

“Inoltre – continua Belpoggi – i nostri dati rafforzano la richiesta di adottare precauzioni di base a livello globale. Semplici misure sugli apparecchi, come un auricolare a molla incorporato nel telefono, oppure segnalazioni di pericolo sia nelle istruzioni che nella confezione di acquisto affinché l’apparecchio venga tenuto lontano dal corpo, e altre misure tecnologiche che io non so immaginare ma che sicuramente le compagnie conoscono e possono mettere in atto, potrebbero costituire una prima misura urgente per correre ai ripari”.

“Siamo responsabili verso le nuove generazioni e dobbiamo fare in modo che i telefoni cellulari e la tecnologia wireless non diventino il prossimo tabacco o il prossimo amianto, cioè rischi conosciuti e ignorati per decenni”, conclude Belpoggi

 

In estrema sintesi io penso che,  prima che la situazione diventi irreversibile con l’avvento della tecnologia 5G,  i Comuni dovrebbero predisporre  al più presto un Regolamento accompagnato da un appropriato  Piano di Localizzazione, con l’obiettivo di rendere l’esposizione dei cittadini la più bassa possibile, pur assicurando il servizio di telefonia mobile, come previsto al comma 6 dell’articolo 8 della legge 36 del 2001.

 

Per chi fosse interessato ad organizzare incontri pubblici o a saperne di più, segnalo la mia totale disponibilità, dato che conosco abbastanza bene l’argomento, sia per averlo seguito da vent’anni in Legambiente, sia per averlo seguito per cinque anni come commissario del Corecom Piemonte.

 

Gian Piero Godio 333-7450665

Legambiente del Vercellese

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