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Politica | 20 novembre 2018, 10:01

"Sì ai dazi, ma la chimica deve uscire dalle risaie"

LA POSIZIONE DEI CONSIGLIERI REGIONALI DEL MOVIMENTO 5 STELLE

"Sì ai dazi, ma la chimica deve uscire dalle risaie"

Riceviamo e pubblichiamo.

L’applicazione dei dazi sul riso importato dall’estremo oriente, come conferma l’europarlamentare M5S Beghin, è una vittoria per migliaia di risicoltori italiani schiacciati dalla concorrenza sleale praticata da paesi come il Myanmar e la Cambogia  che non rispettano gli standard minimi di produzione e le norme sui pesticidi.

Ma i dazi ad ogni modo non possono coprire le debolezze di una risicoltura che ha scelto consapevolmente o meno di legarsi in tutto e per tutto alle multinazionali dell'agrochimica.

Non possiamo accettare che la biodiversitá del riso italiano sia stata messa a disposizione, da Ente Risi, di un operatore privato per modificarla geneticamente e renderla resistente a un erbicida. Sappiamo che mettere a disposizione degli agricoltori piante resistenti agli erbicidi aumenta considerevolmente l'utilizzo di tali sostanze. L'Italia ha già un triste primato: irrora mediamente i propri campi con doppio delle sostanze chimiche degli altri paesi europei.

Chiediamo quindi al governo italiano di applicare quanto permesso dalla corte di giustizia europea ovvero lo stop alle coltivazioni delle piante resistenti agli erbicidi sul territorio italiano.

La rivoluzionaria sentenza del 25 luglio 2018 della Corte di Giustizia europea impone a tutto il settore risicolo di fare i conti con una rivoluzione agroecologica che va programmata e pianificata dalla regione Piemonte. I fondi pubblici del Piano di Sviluppo Rurale non possono più essere utilizzati dagli agricoltori per una partita di giro alle multinazionali chimiche bensì devono essere utilizzati per una imponente operazione di conversione agroecologica. Cambiamento climatico, inquinamento delle acque di superficie e delle falde, impoverimento progressivo dei terreni ci impongono un cambiamento che va affrontato e pianificato.

La risicoltura biologica ha oggi raggiunto un livello di comprensione e sperimentazione delle tecniche agronomiche senza utilizzo di sostanze chimiche che rende ingiustificabile continuare nel cosiddetto business "as usual".

Le tecniche agronomiche che consentono di coltivare il riso senza l’utilizzo di sostanze chimiche sono ormai tecniche di comune utilizzo, affidabili e che consentono di fare programmazione ottenendo grandi benefici ambientali ed economici per il nostro paese e per i produttori italiani e piemontesi.

Gianpaolo Andrissi, Giorgio Bertola, Mauro Campo (M5S Piemonte)

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