“Non ho mai estromesso gli altri commissari dalla scelta del direttore artistico per imporre una mia decisione. Il mio comportamento nei confronti dell'amministrazione comunale e dei colleghi è esattamente l'opposto. E non ci furono pressioni per la nomina di Francesco Brugnetta. Lo scegliemmo perché tutti e tre lo avevamo inserito tra le professionalità adeguate per quell'incarico, sebbene ciascuno di noi componente della commissione fosse rimasto colpito anche da altri partecipanti”. Dura oltre un'ora la deposizione di Liliana Patriarca, dirigente del Comune di Vercelli, imputata con l'allora vicesindaco Alberto Perfumo, con il capogruppo di SiAmo Vercelli Gianluca Zanoni e con il docente Francesco Brugnetta al processo istruito per le vicende comunali del 2015 legate alla nomina del direttore artistico degli eventi legati ad Expo.
Una deposizione a tratti tecnica, quella di Liliana Patriarca, molto delicata proprio per il ruolo svolto come presidente della commissione che, all'epoca, venne incaricata di selezionare la professionalità adeguata per quel ruolo. Nelle sue risposte, la dirigente comunale ha ribadito la correttezza delle procedure seguite, ma anche la complessità di quella selezione, nella quale entravano in gioco fattori diversi: da un lato c'erano i curricula prestigiosi di molti dei partecipanti, dall'altro la necessità di conoscere e di poter interagire velocemente con la realtà culturale ed economica vercellese. “All'interno di questo quadro – ha spiegato Patriarca – alla fine la scelta cadde su Brugnetta perché era la persona che aveva un po' tutte questa caratteristiche. Ma non ci furono pressioni sulla sua nomina”.
Nell'udienza di lunedì - davanti al giudice Maria Teresa Guaschino – Perfumo, Patriarca e Zanoni hanno dato la loro versione dei fatti, rispondendo alle domande del pm Davide Pretti e degli avvocati difensori Massimo Mussato, Mara Boffa e Lucetta Patriarca. Brugnetta (difeso dall'avvocato Francesco Picco) ha invece scelto di non sottoporsi all'esame.
Toni pacati, pochissimi gli scambi polemici, ma decine di domande: nei due lunghissimi interrogatori di Perfumo e Patriarca sono stati ricostruiti nel dettaglio il quadro all'interno del quale maturò la decisione di cercare un coordinatore per gli eventi e tutti i passaggi della procedura di selezione, poi finita al centro della polemica politica prima e dell'inchiesta poi. Al setaccio sono state passate telefonate, sms e mail, in particolare una mail nella quale Perfumo, allora vicesindaco, scriveva a Patriarca (e per conoscenza a Zanoni) esprimendo una propria preferenza per Brugnetta.
“Si era alla fine della procedura di selezione – ha detto il leader di SiAmo Vercelli – e mi era stato chiesto un parere su quali elementi fossero più funzionali al progetto Expo; così ascoltai le audizioni dei candidati già inseriti nella rosa ristretta e diedi un mio parere contenuto in una mail che inviai anche a Zanoni perché era lui il referente delle attività che si sarebbero dovute svolgere all'Arca e per le quali veniva scelto un coordinatore”.
Alla domanda del pm se non ritenesse insolita la procedura e inopportuna la mail (in quanto poteva essere un modo per condizionare i lavori della commissione), Perfumo è stato netto. “Assolutamente no, tant'è che l'ho inviata all'indirizzo istituzionale della dirigente, un indirizzo di posta elettronica che viene letto anche da altre persone nel suo ufficio. La selezione era compito della commissione; a me era stato chiesto un parere e ionon mi sottraggo a queste richieste. E' stato fatto tutto alla luce del sole e nella massima trasparenza e, anche oggi, mi comporterei esattamente come allora”.
Perfumo ha anche sottolineato come il suo gruppo votò a favore della commissione d'inchiesta all'epoca istituita in seno al consiglio comunale. “Non avevamo nulla da nascondere, lo ribadisco anche adesso”.
Rispetto alle sue frequentazioni con Brugnetta e al fatto che quest'ultimo fosse organico al gruppo di SiAmo Vercelli, Perfumo ha ripetuto le stesse cose dette in lontani consigli comunali: tra lui e Brugnetta c'erano stati qualche sporadico contatto nel passato pre-politico e alcuni incontri nel team di volontari, amministratori comunali e istituzioni del territorio che si era fatto promotore del progetto Expo. “Il resto – ha detto in riferimento ad articoli apparsi online – sono solo illazioni prive di fondamento”. E alla domanda di Pretti: “Non si è sorpreso che un giornale pubblicasse il nome del vincitore già prima della selezione?” la risposta è stata “Non me ne sono curato. Io avevo smesso di interessarmi di quello che veniva scritto su quel giornale già da molto tempo”.
Una spiegazione simile – in relazione alla mail contenente il nome di Brugnetta – è stata data anche da Patriarca. “La commissione non aveva chiesto all'assessore di darci un nome; volevamo un suo parere sui requisiti più importanti che doveva avere questa figura di coordinatore. Lui ci ha detto anche un nome, che noi stessi avevamo già preso in considerazione. Quella mail, tra l'altro, non è nemmeno stata letta agli altri componenti della commissione”.
Nel corso della deposizione della dirigente comunale è poi emerso come la selezione fosse una strada obbligata da seguire (indipendentemente dai 16mila euro di compenso previsto), così come avviene sempre quando si tratta di dare un incarico di consulenza esterna. "Abbiamo seguito la procedura prevista dal regolamento comunale che definisce le modalità di selezione per le collaborazioni esterne - ha spiegato la dirigente -. Solitamente si procede con la stesura di una manifestazione di interesse rivolta a chi ha fatto domanda per essere inserito nell'albo dei collaboratori del Comune. In questo caso, non avendo in quell'albo persone che potessero svolgere l'incarico richiesto, si è aperta la procedura a tutte le persone interessate e, per dare maggiore trasparenza alla cosa, è stata anche istituita una commissione di valutazione".
Gianluca Zanoni, invece, ha risposto sui motivi del suo coinvolgimento in quel giro di comunicazioni: “Perfumo mi ha girato la mail per conoscenza dato che io ero quello che coordinava il team Arca e che quindi avrei dovuto lavorare a stretto contatto con il direttore artistico”. E ha poi smentito la ricostruzione fatta da un precedente teste che aveva affermato di aver saputo della nomina di Brugnetta proprio da Zanoni. “Fu lui – ha detto il capogruppo di SiAmo Vercelli – a chiedermi se ero contento della nomina di Brugnetta e io risposi che a me non risultava alcuna nomina, ma che c'era una rosa ristretta di candidati che la commissione stava ancora vagliando”.