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Sport | 11 febbraio 2018, 14:43

I tre perché di un mancato successo

PRO VERCELLI BRESCIA: BLOCCATI SOLO PER COLPA DELL'ARBITRO? - L'ANALISI DI UN MURO

Kanoute

Kanoute

Faccio il giornalista, quindi seguo anche i social e i dibattiti, ma non sempre. A volte, per evitare condizionamenti di sorta, leggo niente. A volte leggo. Per esempio. A inizio campionato leggevo tutti i giorni i due Muri (propassioneeterna e pub45.bravenet) le critiche su Grassadonia, che a me, fin da agosto, è parsa una scelta coraggiosa da parte di Varini e del presidente Secondo.

Non leggo nulla, invece, quando devo scrivere le pagelle: so bene che sono un esercizio pieno zeppo di contraindicazioni, i giudizi sulle prestazioni sono altamente imperfetti, sfugge sempre qualcosa e poi sono condizionati da criteri soggettivi. Dopo questa introduzione, spiego il motivo di questo articolo.

Sul muro propassioneeterna leggo un'analisi del pareggio di ieri che trovo tanto intetressante quanto condivisibile. L'ha scritta una persona che si firma con il nick Feuchtwanger.

Allora, per Feuchtwanger, il pareggio, o meglio, il mancato successo della Pro Vercelli con il Brescia è stato determinato da tre fattori:

L'arbitraggio.
E qui non dico niente, mi pare che sia stato l'argomento più gettonato e discusso.

L'inferiorità numerica del tifo vercellese in curva rispetto a quello bresciano. Purtroppo è vero. Contro squadre come il Foggia o, ieri, con il Brescia il tifo vercellese si fa sovrastare. E questo si collega magari anche un po' al punto uno, perché un arbitro la sente, eccome se la sente, la pressione del pubblico. Guarda caso, i peggiori arbitraggi casalinghi si sono registrati proprio contro Foggia e Brescia. Magari non è un caso.
E invece una delle migliori prestazioni della Pro Vercelli è stata nel derby, dove il tifo vercellese è riuscito a farsi sentire, sebbene si giocasse in trasferta. Era una “voce sola”, potente, quella "voce" che non si sente mai al Piola, perché troppo flebile, purtroppo.

Assenza totale dell'attacco.
Infatti. Proprio l'attacco è il tallone d'achille di questa Pro, e di quella vecchia. Grassadonia, a mio avviso, nelle sue diciotto partite del girone d'andata avrebbe dovuto dare più spazio a Polidori, perché Raicevic e Morra, pur con caratteristiche diverse, sono punte di moìvimento ma non prime punte. E per prima punta, io, non intendo necessariamente un panzer alla La Mantia. No, intendo un attaccante che sappia fare male. Ne abbiamo due, forse tre. Bifulco, davanti, è forse meglio che sull'esterno, lo si è visto con l'Ascoli. Poi c'è, o meglio, ci sarà Rovini, un centravanti alla Di Natale. E c'è, di sicuro. Kanoute, unica nota positiva del reparto offensivo dopo Pro Vercelli Brescia.

Detto questo. Arbitraggi svaforevoli credo proprio che ce ne saranno altri, mettiamoli in conto. Sul tifo vercellese: sarà una “voce sola”, potente, quando incontreremo il Novara, ma per il resto? Gli appelli dei giornali, tutti allo stadio, restano sempre lettera morta (anzi, portano pure sfiga, un po' come quando si scrive che i tre punti sono d'obbligo...). Resta il punto tre. Speriamo in Grassadonia, che però ha voluto lui attaccanti – Reginaldo, Raicevic, Morra – dalle caratteristiche simili. Deve fare in modo che pungano, deve essere bravo lui a trovare i giusti interpreti. Ho usato le sue parole. Prima della gara col Brescia, all'andata, nella conferenza stampa che precedeva la partenza per Brescia disse proprio così: Devo essere bravo io a trovare gli interpreti giusti. Schierò Marcone e Bergamelli in difesa, propose il 4-3-3, e diede fiducia alle due mezze ali - Germano e Castiglia - che continuano a dimostrare che la meritano, eccome, la sua fiducia. Ancora adesso, che sono arrivati Paghera e Ivan. Chiaro: Reginaldo è una sua scommessa, un posto è suo. Chi al suo fianco? La partita col Brescia ha dato un'indicazione, precisa: Kanoute.

Remo Bassini

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