Doppio bagno di folla, a Biella e a Borgosesia, per i leader della Lega Nord, Matteo Salvini e Riccardo Molinari, che lunedì hanno fatto tappa in zona per l'incontro con i militanti e la popolazione e per lanciare le candidature alle prossime elezioni comunali e amministrative.
Sul palco del teatro Pro Loco di Borgosesia, gremito in ogni ordine di posti, Salvini e Molinari hanno lanciato le candidature a sindaco di Paolo Tiramani - per Borgosesia - Eraldo Botta (per Varallo) e Massimo Basso (per Serravalle Sesia).
Ad accoglierli, tutti i sindaci leghisti del territorio valsesiano e vercellese e molti attivisti che hanno partecipato all'incontro valsesiano.
Tutto all'attacco il discorso di Molinari e di Salvini che hanno attaccato il governo regionale per i tagli alla sanità e al sistema dei trasporti, hanno attaccato le scelte del Governo in materia di lavoro, economia, sicurezza, immmigrazione.
"Quando andiamo in giro - ha detto Molinari - teatri e piazze si riempiono. Questo per un semplice motivo: noi diciamo che la nostra gente e la nostra terra vanno messi al primo posto".
Attivisti e leader sentono che il vento sta girando dalla parte della Lega Nord. "La gente si sta svegliando - ha fatto notare Salvini -. Se alle 5 del pomeriggio a Biella centinaia di persone vengono in piazza per incontrarci e voi questa sera siete qui vuol dire che la misura è colma e che la gente vuole finalmente una politica fatta di buonsenso. Solo che il buonsenso, nel mondo di oggi, è rivoluzionario".
Salvini tocca un po' tutti i temi: dalla legittima difesa, all'immigrazione, dalla riforma pensionistica, all'economia, dalla necessità di tutelare i prodotti del territorio, riso in primis, all'uscita dall'euro. E, natralmente, rende omaggio alla memoriadi Gianluca Buonanno. "Un grande sindaco, che ci ha insegnato a non fermarci mai, a guardsare avanti".
Poi conclude con una promessa: "I sindaci della Lega sono quelli che fanno la cosa giusta. Che dicono: No quando c'è da dire no. Che tutelano i servizi e il loro territorio. Che evitano ai valsesiani di sentirsi profughi in casa propria".