Attualità - 24 marzo 2017, 11:28

"Per cucinar bene ci vuole passione": parola di chef Cannavacciuolo

UNO DEI PROTAGONISTI DELLA CUCINA ITALIANA SARA' SABATO AGLI ORSI PER LA FINALE DEL CONTEST "FUOCHI E FORNELLI". ECCO QUALI SONO I SUOI CONSIGLI A GIOVANI CUOCHI E SEMPLICI APPASSIONATI

"Per cucinar bene ci vuole passione": parola di chef Cannavacciuolo

Due stelle Michelin, tre forchette della Guida Gambero Rosso nel 2003 e tre cappelli della Guida de L'Espresso. Sono alcuni dei riconoscimenti conquistati dallo chef Antonino Cannavacciuolo, classe '75, cuoco partenopeo diventato famoso per le sue abilità in cucina e per la conduzione di programmi televisivi di grande successo come Masterchef, in qualità di giudice, e Cucine da incubo, dove salva ristoranti sull'orlo del fallimento. Sabato 25 marzo sarà al centro commerciale Gli Orsi per la finale di Fuochi e Fornelli. Ma il suo rapporto con il Piemonte va oltre la visita biellese. Cannavacciuolo, infatti, ha assunto la gestione di Villa Crespi a Orta San Giulio con la moglie Cinzia, aprendo poi un bistrot a Novara. E, prossimamente, via ad nuovo locale a Torino.

Sabato sarà a Biella per l'evento Cuochi e Fornelli. Quali saranno i parametri con cui giudicherà i finalisti?

Pur essendo una gara amatoriale, a me piace sempre premiare l’impegno dei concorrenti. Una ricetta può venire più o meno bene, ma se vedo che il concorrente si è impegnato molto, e lavorato con il cuore, di certo ha già guadagnato qualche punto in più.

Il suo rapporto con il Piemonte è sempre più stretto, consolidato dalla presenza dei suoi ristoranti. Per quale motivo ha "scelto" la nostra Regione? E c'è un prodotto tipico piemontese che ama particolarmente?

Il Piemonte è la Regione che mi ha accolto agli inizi della mia professione e dove ho conosciuto mia moglie Cinzia. Ho un legame molto profondo con questo territorio dove da subito ho avuto l’ispirazione di abbinare la cucina della mia terra con gli ottimi prodotti che qui ho scoperto.

Si sente più a suo agio nei panni di giudice televisivo o salvatore di ristoranti in declino?

In entrambe i casi riesco a sentirmi a mio agio, anche se si tratta due “realtà” molto diverse. Masterchef è sempre una bella esperienza dove ho la fortuna di collaborare e confrontarmi con dei colleghi eccezionali. In Cucine da Incubo il mio obiettivo è quello di dare consigli utili ed aiutare ristoratori in difficoltà. Amo tanto il mio lavoro e faccio del mio meglio per trasmettere la mia esperienza a chi sta affrontando dei momenti non facili.

Cosa ne pensa della vittoria nell'ultima edizione di Masterchef del giovanissimo Valerio? Come "giudica" invece la sua esperienza in qualità di giudice?

Auguro a Valerio di non perdere mai la passione per la cucina e che questa esperienza possa permettere a lui, come agli altri concorrenti, di realizzare i propri sogni e raggiungere i migliori risultati per il loro futuro. Per me questa è stata la seconda partecipazione a Masterchef come giudice e ho avuto l’opportunità di entrare sempre più nel vivo del meccanismo della competizione.

Partirà tra pochissimo la nuova stagione televisiva di Cucine da incubo. Che cosa ci dobbiamo aspettare? 

Cerchiamo sempre di aggiungere qualche novità, ma non voglio e non posso svelare nulla…

Ci può raccontare un episodio particolarmente divertente che le è capitato durante le riprese di Cucine da incubo, anche nelle passate edizioni?

Sul set di risate se ne fanno davvero tante, sarebbe impossibile raccontare un solo episodio.

Ci sono molti programmi televisivi dedicati alla cucina. Crede che sia soltanto una "moda" oppure è una necessità che ha il nostro Paese, desideroso di riscoprire le proprie tradizioni culinarie e di incentivare i giovani in un settore così importante?

La cucina è una delle protagoniste della nostra tradizione e come la televisione abbia avvicinato il grande pubblico al cibo è una grandissima occasione per far sì che parte della nostra cultura non venga dimenticata. Attraverso i tanti programmi tv che ci sono oggi, molti giovani hanno scoperto la loro passione per questo lavoro e tutto ciò è sicuramente positivo.

Qual è il piatto che Antonino preferisce cucinare per la sua famiglia?

Veder sorridere i miei bambini è la cosa più bella del mondo, quindi cucino tutto quello che mi chiedono loro.

Quali sono i consigli che si sente di dare ai più giovani che vogliono intraprendere una carriera nel mondo della ristorazione?

Il lavoro in cucina è uno dei più belli al mondo, ma richiede sacrificio, dedizione e voglia di imparare sempre. Ai miei ragazzi dico di non sentirsi mai arrivati, perché se arrivi a quel punto allora la tua carriera è al capolinea. E in ogni ricetta va sempre aggiunto l’ingrediente fondamentale: la passione.

da NewsBiella

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