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Scuola | 19 febbraio 2017, 13:38

L'Iti Faccio è "cardioprotetto"

DA TEMPO C'E' UN DEFIBRILLATORE E RECENTEMENTE L'ISTITUTO HA OSPITATO UN CORSO DI FORMAZIONE BASIC LIFE SUPPORT AND DEFIBRILLATION, ORGANIZZATO IN COLLABORAZIONE CON L'ASL

L'Iti Faccio è "cardioprotetto"

Nel corso del mese di febbraio si è tenuto un corso di formazione, organizzato dall’ITI Faccio di Vercelli con la collaborazione di ASL e Regione Piemonte, per l’utilizzo dei defibrillatori semiautomatici esterni secondo le linee guida dell’ IRC (Italian Resuscitation Council). Scopo del corso BLS-D (Basic Life Support and Defibrillation – Rianimazione cardiopolmonare di base e Defibrillazione precoce) è quello di imparare le manovre salvavita da eseguire quando ci si trova di fronte a una persona apparentemente senza vita, acquisendo sia informazioni teoriche, sia schemi di comportamento da ricordare e applicare con facilità.

Infatti, l’intervento con manovre appropriate è fondamentale per la sopravvivenza della persona colpita da arresto cardiaco. La diffusione di queste manovre all’intera comunità rappresenta la chiave per una risposta di sistema attraverso un’”alleanza” tra la popolazione e i sistemi di emergenza sanitaria. Del resto, è proprio in quest’ottica che l’Istituto Faccio si è da tempo dotato di un defibrillatore ed il comune di Vercelli ed alcuni comuni della provincia hanno installato in alcuni punti della città questi strumenti da utilizzare qualora si presentasse un’emergenza.

Gli incontri, rivolti a docenti, studenti e personale ATA dell’ITI Faccio, si sono tenuti all’ASL di Vercelli e hanno visto l’alternarsi di lezioni teoriche con esercitazioni pratiche. Promotore dell’iniziativa è stato il professor Paolo Angeleri: “Ho voluto organizzare questo corso perché sono profondamente convinto della utilità e necessità di formare più persone possibili in grado, se le circostanze lo richiedessero, di intervenire per salvare una vita. Ho maturato questa convinzione alcuni anni fa, quando, durante una vacanza, una persona ha avuto un arresto cardiaco; l’ambulanza tardava ad arrivare e, nonostante i tentativi di rianimazione manuale, purtroppo non c’è stato nulla da fare. Forse, se si fosse potuto intervenire con un defibrillatore, le cose sarebbero andate diversamente. Sono stato particolarmente colpito dal numero di adesioni al corso sia da parte dei colleghi che da parte degli studenti che hanno partecipato con grande determinazione e senso di responsabilità; dato il numero di richieste si è dovuto addirittura organizzare più corsi. L’auspicio è che questa pratica possa diffondersi sempre di più. Ringrazio il dottor Danilo Reale e il suo staff per la disponibilità e la professionalità dimostrata”.

Iti Faccio, Vercelli

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