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Sport | 24 settembre 2016, 09:34

Tuoni e fulmini di Moreno Longo

SANNO I TIFOSI CHE QUESTA PRO DEVE SALVARSI ALL'ULTIMO MINUTO DELL'ULTIMA GIORNATA?

Tuoni e fulmini di Moreno Longo

E' un Moreno Longo che non le manda a dire. Per la verità, che non risparmia nessuno, quello che ha da poco terminato di parlare nella conferenza di presentazione alla sfida casalinga col Cesena. Una conferenza "fiume", lo diciamo subito: oltre 36 minuti in cui si è assistito a un saliscendi di analisi, considerazioni tattiche e sfoghi. Uno, in particolare, quello relativo a certe situazioni che coinvolgono una parte della tifoseria vercellese: "Non possiamo metterci a discutere su qualsivoglia argomento - ha esclamato a voce alta Longo - se prima non ci si è resi conto che tipo di squadra sia la Pro Vercelli. Ovvero una che deve salvarsi all'ultimo minuto dell'ultima giornata. Poi, se dovessimo riuscirci in anticipo, saremo tutti più contenti ma non è possibile, al termine di ogni singola partita, sentire critiche per il fatto che per 15-20 minuti ci difendiamo o, anche, veniamo schiacciati dalle avversarie. Ebbene, è perfettamente normale che accada: non si possono pretendere altre cose. Continuerà a succedere, proprio perché siamo un team costruito per evitare la retrocessione. Finché non si sarà capito questo, saremo completamente fuori strada".

Ma non finisce qui: "A Trapani, La Spezia e Benevento abbiamo affrontato un ambiente da 7-8 mila tifosi, che incitava anche solo per spingere verso il pareggio la propria squadra, che fino a quel momento stava perdendo in casa contro una squadra che, invece di puntarea alla A, deve lottare per la salvezza. Nessun "buu", nessun fischio: qui, al secondo gol contro il Cittadella, alcuni tifosi hanno pensato bene di sfogarsi sulla squadra in un modo davvero antipatico. Anche qui, è giusto ribadirlo: si tratta solo di alcuni tifosi, in una gara in cui, comunque, al termine dei 90', abbiamo strameritato di essere fischiati. E, per contro, mi fa piacere ci siano stati invece, tanti sostenitori che hanno capito la situazione e ci hanno sospinti fino al triplice fischio. Ma, anche qui, dobbiamo renderci conto di tante cose: durante l'estate, non ho visto folle acclamanti agli allenamenti ma, misteriosamente, al primo passaggio sbagli, appaiono certe persone che criticano, fischiano e qualche volta insultano, senza sapere del lavoro che svolgi quotidianamente. Dico una cosa, a certa gente: se la prenda con me, e non con la squadra. Sono io a mandarli in campo".

Due parole anche su patron Secondo: "Dovrebbero fargli una statua a Vercelli. Ma non lo dico perché sono un suo stipendiato, anche perché se le cose non dovessero andar bene, io sarei il primo a pagarne le conseguenze. Lo dico perché a Vercelli - detto da chi il "Robbiano" l'ha frequentato ai tempi della C2, in piena bagarre Mongardini-Arquilla-Cardona - ha portato qualcosa di impensabile come la Serie B, credetemi".

Ricorrenti, come sempre, i temi di mercato (e il mancato arrivo del famoso centrocampista) e di Osarimen Ebagua, ancora fuori forma. Anche in questo caso, Longo è tranchant. Il suo commento assomiglia molto a quello di pochi giorni fa di Sinisa Mihajlovic su Maxi Lopez, parlando di Torino: "Giulio deve capire un paio di cose: che può essere la nostra fortuna in ottica salvezza. Ma che per esserlo deve perdere quei 4-5 chili di troppo, lavorare a testa bassa e applicarsi come so perfettamente che lui è in grado di fare. Sul mercato? Di quello non parlo più, la mia squadra è questa, parlo di chi c'è".

A tal proposito, ci si chiede se i giovani Baldini e Luperto possano trovare maggior spazio; "Senz'altro e anche da subito. Emmanuello? E' vero, come si dice, che ha i numeri. Ma è altrettanto vero che probabilmente debba scattargli quella molla per esplodere definitivamente. E anche la squadra deve dargli una mano".

Stefano Fonsato

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