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Attualità | 27 luglio 2016, 14:58

Vercelli: com’era, com’è (Volume 6)

RUBRICA DEDICATA ALLE TANTE STRUTTURE CHE DA ANNI SI DEVONO RECUPERARE E VALORIZZARE

Vercelli: com’era, com’è (Volume 6)

Eccoci arrivati alla sesta puntata della nostra rubrica denominata “Vercelli: com’era, com’è”. Il senso di questa rubrica che esce a puntate è dare risalto e “voce” alle tante, troppe, cattedrali nel deserto di cui è ampiamente composta la città.

Il Volume 6 è dedicato alla “Domus Romana”, e segue i precedenti cinque volumi: Ex Distretto Militare, Caserma Garrone, Ex Sambonet/Scuola di design, Ex Teatro dei Nobili, opere sempre ferme nel mentre.

La bellissima Domus (villa di circa 800 mq) con pavimenti in mosaico è stata scoperta nel 1988, quindi esattamente 28 anni fa. E' sita in Via Francesco Del Pozzo, vicinissima al Tribunale. “Sarebbe” uno dei tanti monumenti ed angoli della splendida Vercelli, questa volta una meraviglia di epoca romana: Vercelli, coi suoi tesori nascosti, potrebbe “campare” solo di turismo.

Che bello sarebbe recuperare una chicca simile? Sarebbe bellissimo.

E allora di nuovo, il disco è sempre lo stesso. Come mai quella struttura marcisce da quasi 30 anni, ben accompagnata da decine di strutture simili? In questo caso a memoria non ricordiamo casi di “annuncite”, cioè la promessa di costruire, recuperare, valorizzare la nostra città, annunci che puntualmente si sono sciolti come neve al sole. In questo caso la Domus nessuno “se la fila” come si suol dire, eccetto le persone che stanno cercando, bene, di dar voce a questa Vercelli nascosta (si pensi alla “Rete”), ma che non trovano orecchio in chi “avrebbe” il potere di fare qualcosa.

E’ sempre solo questione di burocrazia? Di mezzo c’è sempre la burocrazia, c’è un Ministero, c’è la Sovrintendenza e chi più ne ha più ne metta. Mancano i fondi? Da 28 anni? E allora? E allora vorremmo sapere come mai, da anni ed anni, nelle altre città si recuperano le strutture abbandonate, specie quelle di valore inestimabile, tranne che nella nostra Vercelli, salvo recenti ma troppo scarsi casi in cui finalmente si sta concretizzando qualcosa.

La foto di copertina è stata scattata da Francesca Rivano nel corrente mese, quella sotto fa parte dell’archivio di Alessandro Balbis ed è stata scattata nell’agosto 2010!

Ai lettori lasciamo le dovute riflessioni.

Alessandro Balbis

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